Schio e Busato bersaglio di spari fatali

Mirko Schio e Silvio Busato
03.09.1995
Polizia di Stato
MIRKO SCHIO
Ferito
SILVIO BUSATO
Ferito
LUOGO: Marghera -Via Fratelli Bandiera angolo Via della Pila
Polizia di Stato
MIRKO SCHIO
Ferito
SILVIO BUSATO
Ferito
LUOGO: Marghera -Via Fratelli Bandiera angolo Via della Pila
Nel cuore della zona industriale di Porto Marghera, la malavita è tornata ad alzare il tiro contro le Forze dell'Ordine e stavolta sull'asfalto, gravemente feriti, rimangono due Poliziotti della Polizia di Frontiera di Venezia in servizio a Marghera: Silvio Busato, 24 anni di Mirano (Venezia) e Mirko Schio, 23 anni di Mestre.
Massimo Zago, il terzo componente la pattuglia, si salva miracolosamente ed è grazie alla sua testimonianza che si cerca di ricostruire nei dettagli l'accaduto per dare un senso ad un'azione così brutale e sanguinosa.
E’ poco dopo l’una, nel cuore della notte, quando a bordo della loro auto di servizio i tre Agenti, nei pressi di via Fratelli Bandiera, fermi ad un semaforo notano un’auto di grossa cilindrata, un’Alfa Romeo marrone, con numerose ammaccature e segni lungo tutta la carrozzeria, con tre persone a bordo.
I poliziotti osservano insospettiti i tre personaggi proseguendo per la loro strada, l’altra auto svolta e li segue a poca distanza. Il poliziotto alla guida rallenta per farsi superare ed aver modo di osservare i tre, ed una volta superati, accende il lampeggiante segnalando di fermarsi.
L’Alfa accosta senza esitazione a destra, l’auto della Polizia si ferma alcuni metri più indietro. Gli agenti Silvio Busato e Mirko Schio scendono dall’auto, il primo dirigendosi verso l’Alfa fermata, l’altro alle sue spalle, ma percorrono pochi metri che l’uomo seduto sul sedile anteriore destro dell’Alfa scende velocemente dall’auto imbracciando un’arma lunga e sparando diversi colpi prima verso Busato, poi verso Schio e da ultimo verso l’auto con l’altro collega a bordo, per poi dileguarsi.
Silvio Busato viene colpito al cuore, Mirko Schio alle gambe e all'addome, Massimo Zago rimane fortunatamente illeso e riesce a rispondere al fuoco e richiedere i soccorsi per i colleghi rimasti a terra.
Solo la rapidità dei soccorsi salva la vita di Silvio Busato: i medici dell'ospedale di Mestre riescono a suturare in tempo la lesione al cuore. Molto gravi risultano da subito le condizioni di Mirko Schio: dopo un intervento chirurgico a Mestre viene trasferito al reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Treviso, ma rimane paralizzato per le gravi lesioni riportate alla colonna vertebrale.
Qualche anno più tardi le indagini porteranno a individuare negli esecutori dell’agguato, alcuni appartenenti all’organizzazione denominata “Legione Brenno”, un’associazione sovversiva finalizzata al compimento di atti di violenza con fini di eversione dell’ordine
democratico, che quella sera cercavano probabilmente un nascondiglio per le armi e gli esplosivi, illegalmente introdotti in Italia, che stavano trasportando.
Nel 1999 Mirko Schio, assieme a Silvio Busato e ad altri amici, fonda l'Associazione ONLUS Fer.Vi.Cr.eDo., acronimo di Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere, di cui è tuttora il Presidente e che conta numerosi iscritti in tutta Italia. Da diversi anni, oltre a fornire sostegno ai familiari ed alle vittime di ogni forma di criminalità senza distinzioni di sorta, collabora con il Comune di Venezia ed il Sindacato di Polizia Co.I.S.P. alle manifestazioni organizzate in memoria di chi, per il bene comune e per la legalità, ha sacrificato la propria vita: il Memory Day.
Mirko Schio e Silvio Busato sono stati dichiarati Vittime del Dovere.
Silvio Busato è attualmente in servizio alla Questura di Venezia, anche se, a causa delle lesioni permanenti riportate, non svolge più servizio operativo.
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