Scandalo Mose, Comar commissariata

VENEZIA. Riflettori di nuovo accesi sugli appalti del Mose.
Dopo il Consorzio Venezia Nuova, adesso tocca a una delle sue società più importanti, la Comar. Con un provvedimento firmato l’8 gennaio, il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone ha comunicato il commissariamento della «Costruzioni Mose Arsenale spa» (Comar), dando tempo sette giorni per presentare eventuali memorie e documenti. Una decisione che era nell’aria, dopo l’invio di numerosi rapporti sulle attività svolte negli ultimi anni dalla Comar firmati dai commissari del Consorzio, Luigi Magistro e Giuseppe Fiengo.
La Comar era stata creata nel 2009 al solo scopo di gestire le gare d’appalto del Consorzio Venezia Nuova. Azienda di proprietà delle tre principali imprese azioniste del Mose, la padovana Mantovani e le romane Condotte d’Acqua e Grandi Lavori Fincosit. Stessa composizione sociale della Cav, (Costruzioni Arsenale Venezia) dove però la maggioranza è Mantovani, creata nel 2006 per gestire l’Arsenale e i suoi Bacini di carenaggio. Strutture storiche affidate in concessione per trent’anni dal governo Prodi alla stessa Cav di Piergiorgio Baita, contro il parere del Comune e della Municipalità. Dieci anni dopo, la Cav sta per essere sciolta e ha chiuso l’attività. Non ha mai portato avanti l’attività di manutenzione navale, com’era previsto, e ha licenziato alla vigilia di Natale i 28 lavoratori esperti in riparazioni navali, gli ultimi «Arsenalotti». Adesso arriva il colpo di scena.
Il commissariamento deciso da Cantone, che affiderà la guida di Comar con ogni probabilità agli attuali commissari del Mose, azzera una realtà che aveva fatto discutere. Perché una società per gestire le gare? Una delle più importanti era stata quella del jack-up. La nave attrezzata da 50 milioni di euro che dovrebbe servire per la rimozione e lo spostamento delle paratoie. Prima dello scandalo Mose i jack-up dovevano essere addirittura due, totale cento milioni. Poi la fornitura è stata ridotta. Il prototipo è ancorato da quasi un anno davanti all’Arsenale perché al primo collaudo non ha funzionato. La «gara» per il jack-up l’aveva fatta la Comar. Base d’asta 37 milioni (anche se il Magistrato alle Acque aveva approvato un costo di 50), con i motori acquistati a parte (8 milioni l’uno).
La prima gara viene sospesa per «questioni progettuali», la seconda va deserta. Alla fine, Comar affida i lavori direttamente alla Cav, che si avvale di Fip (proprietà Mantovani). Comar ha gestito anche tutte le gare per la costruzione delle paratoie, a parte l’ultima che i commissari hanno avocato a sé. Dopo gli esposti in Europa degli ambientalisti, 13 anni fa, l’Ue aveva stabilito che una parte delle opere del Mose andasse a gara. Allora, nel 2003 (governo Berlusconi) erano 720 milioni su un costo totale di due miliardi e mezzo. Oggi il costo è arrivato a quasi sei miliardi. Ma la cifra in appalto è rimasta la stessa.
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