Savina, il “veneziano” vice capo Ps

È cresciuto nella Squadra mobile di La Barbera, poi a Palermo, infine a Milano
FERRO - CS DEL QUESTORE - LUIGI SAVINA FERRO - CS DEL QUESTORE
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VENEZIA. Un ex agente delle Volanti lo ricorda il giorno che si presentò in Questura a Venezia, appena sfornato dalla scuola di polizia: indossava un paio di jeans Levis, una maglietta gialla e scarpe da ginnastica come si diceva all’epoca. Era il 1981 e lui era poco più che un ragazzino con una laurea in Giurisprudenza in tasca e la voglia di fare il poliziotto. Il mestiere lo ha imparato bene. Ora Luigi Savina, nato a Chieti 61 anni fa, è il nuovo vice capo vicario della Polizia. La nomina durante il Consiglio dei Ministri di mercoledì.

Quel giorno dell’81, varcò la porta della Squadra Mobile, trovandosi davanti ad Arnaldo La Barbera. Ieri mattina all’alba, quando la nomina è diventata pubblica ha inviato un messaggio agli amici veneziani. Ha scritto Savina: «Mi rivedo spesso, nei sogni, nella grande squadra Mobile veneziana di allora. Ricordando volti e storie di uomini leggenda anche se non ci sono più». All’epoca vice della Mobile era Antonio Palmosi e lui venne nominato capo della Sezione Omicidi. A Venezia lo ricordano ragazzo sveglio e con un forte intuito investigativo e grande appassionato di rally. Diventa, ben presto, uno della Mobile e chi non lo chiama affettuosamente Gigi è perché preferisce il nome di Gino. Quando La Barbera va a Palermo a dirigere la Mobile, Savina diventa il vice di Palmosi.

Va una prima volta a Palermo ad occuparsi della sezione omicidi della Mobile. Dal '91 al '93 dirige la Squadra Mobile della questura di Pescara e dal '93 al '94 lavora allo Sco. Arriva a Palermo come capo della Mobile nel '94 dove rimane tre anni, per passare poi a Napoli. Da dirigente della Squadra Mobile di Palermo ha catturato i boss mafiosi Antonino Madonia, Michelangelo La Barbera, Vincenzo e Giovanni Brusca e Pietro Aglieri. Nel 2000 viene nominato capo del contingente della Polizia italiana in Albania. Nel 2004 diventa questore di Terni, poi di Ferrara, Padova, Cagliari e Milano. (c.m.)

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