Save: «Ora riprendiamo gli investimenti»

Avanti con il Contratto di programma: «Stupisce l’atteggiamento avverso del Comune»

Save, la società di gestione del Marco Polo di Tessera, commenta «con soddisfazione» la decisione del Tribunale amministrativo regionale del Veneto di respingere il ricorso presentato dal Fallimento della società Aeroterminal Venezia, come aveva respinto in precedenza quello presentato dal Comune di Venezia, contro il Contratto di Programma sottoscritto dalla società aeroportuale con Enac. Entrambi i ricorrenti, sottolinea Save in una nota, si erano rivolti al Tar contro Save, Enac, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e Ministero dell'Economia e Finanze, chiedendo l'annullamento del Contratto di Programma. Il Contratto di Programma riguarda tariffe e piani di investimento e sviluppo tra società di gestione aereoportuale e l’ente statale che controlla i voli. Aeroterminal è la società dei fratelli Poletti, Ugo e Arrigo, gli ex patron del Calcio Venezia falliti e arrestati, che possedevano alcune aree a Tessera.

A favore di Save e degli altri resistenti, viene ricordato in un comunicato della società di Tessera, era tra l'altro intervenuta Assaeroporti, alla quale fanno capo i principali scali aerei italiani. Le sentenze, discusse in un'unica udienza, emesse per il Comune lo scorso 30 gennaio e per Fallimento Aeroterminal Venezia il 17 febbraio, hanno respinto tutti i motivi di doglianza presentati dai ricorrenti. «Rimane comunque per Save la forte sorpresa - sostiene la società - nel vedere il Comune dove ha sede l'aeroporto impugnare - unico caso in Italia - il Contratto di Programma, universalmente riconosciuto come uno strumento fondamentale per lo sviluppo dello scalo e quindi del territorio di riferimento». «Ancora una volta stupisce constatare l'atteggiamento pregiudizialmente avverso del Comune nei confronti di una risorsa e una infrastruttura importante come l'aeroporto - conclude il documento - La vittoria di Save e la sconfitta del Comune consentono di riprendere il circolo virtuoso degli investimenti di 600 milioni di euro previsti entro il 2021, che sarebbe stato messo in pericolo qualora il Contratto di programma fosse stato annullato».

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