Dal no alle tangenti alla lista Rocchi, il grande accusatore Squarcina scende in politica

Santa Maria di Sala, l’architetto ha deciso di candidarsi a fianco dell’ex sindaca sostenuta in passato da Fragomeni. «Quel terreno? Ceduto a un fondo»

Francesco Furlan
Luca Squarcina
Luca Squarcina

Come è successo, glielo hanno chiesto o si è proposto lei?

«Come tante cose nella mia vita, è avvenuto per caso. Poco prima di Pasqua, a una cena di lavoro, mi è stato proposto di parlare con la candidata sindaca Natascia Rocchi che mi ha chiesto se fossi interessato a candidarmi come consigliere comunale. Mi sono preso del tempo per decidere. Poi il mio senso civico mi ha detto di sì. Voglio provare a impegnarmi in prima persone per provare cambiare le cose, portando la mia esperienza».

Luca Squarcina, 55 anni, architetto originario di Santa Maria di Sala e residente a Pianiga è l’uomo che ha detto no a un milione di euro. E che con la sua denuncia ha scoperchiato il sistema delle tangenti a Santa Maria di Sala, dato il via all’indagine che nel gennaio del 2023 portò all’arresto, tra gli altri, dell’ex sindaco Nicola Fragomeni (all’epoca presidente del Consiglio comunale) e di Ugo Zamengo (sindaco dal 2002 al 2007, all’epoca consigliere comunale). La denuncia di Squarcina risale all’autunno del 2019. L’architetto stava trattando la vendita di un terreno di sua proprietà e dei familiari. L’allora sindaco Fragomeni e Zamengo vollero incontrarlo facendogli sapere che c’era qualcun altro più interessato a comprare quel terreno, ben disposto a pagare subito un milione e 100 mila euro. Il patto prevedeva però che 100 mila euro tornassero “in nero” a loro.

Squarcina, che in quella richiesta di incontro carbonaro al bar aveva sentito puzza di bruciato, registrò la chiacchierata e la mattina successiva consegnò il file ai carabinieri. Ora, nel futuro di questo architetto che diede prova, parola dei giudici, di «resistenza morale», c’è spazio anche per la politica. Prima di parlarne chiede di poter fare una premessa: «Per ringraziare le donne e gli uomini dell’Arma dei carabinieri che mi sono sempre stati vicino e per ringraziare Rocchi e la squadra delle liste dei candidati che mi sostengono in questa nuova avventura».

Squarcina, lei è l’uomo che ha detto no a un milione di euro.

«Preferisco dire che ho detto no alla tangente, perché di questo si trattava, semplicemente perché non la ritenevo giusta. E certo, come conseguenza, ho rinunciato alla vendita del terreno e a un milione di euro».

Come sono stati gli anni dopo la denuncia?

«Ho cercato di mantenere il più possibile un certo riserbo, anche se a Santa Maria di Sala, che non è una metropoli, molti sapevano che ero stato io a presentare la denuncia. Devo dire che non è stato facile sotto l’aspetto psicologico e anche fisico, fortunatamente ho una grande rete di amici che mi ha sostenuto».

Per le tangenti gli ex sindaci Fragomeni e Zamengo hanno patteggiato rispettivamente 4 anni e 2 anni e 2 mesi. Qual è il suo giudizio?

«La legge prevede il patteggiamento con l’ammissione di colpa, non spetta a me commentare. Non voglio entrare nel merito, credo non sia giusto».

Non si è costituito parte civile. Perché?

«In quelle fasi volevo mantenere un certo riserbo. E insieme ai mei avvocati ho deciso di non costituirmi. Non ci sono altri motivi».

Dopo la denuncia presentata ha avuto ripercussioni nel suo lavoro di architetto?

«Per mia fortuna io non lavoro molto nel territorio di Santa Maria di Sala. Facevo già fatica prima, a parte piccole cose, e dopo la denuncia, diciamo così, non ci sono state altre opportunità».

È candidato in una lista civica a sostegno di Natascia Rocchi, l’ex sindaca nella cui maggioranza di centrodestra c’erano Fragomeni e Zamengo. Non le pare che ci sia una sorta di corto circuito in questa sua decisione?

«Capisco benissimo che si possa pensare. Ma Rocchi ha dimostrato da sindaca in carica di non avere avuto nulla a che fare con quello che era successo prima. L’indagine ha coinvolto molti ma non lei che è risultata totalmente estranea. Altrimenti non sarei qui a sostenerla, le pare. Poi è successo che parte della maggioranza le ha fatto mancare la fiducia, e anche questo mi ha convinto a candidarmi al suo sostegno».

C’è un legame tra quello che le è accaduto e la scelta di candidarsi?

«Il senso civico mi ha portato a denunciare le tangenti, il senso civico mi spinge ora a candidarmi. È come la prosecuzione di un percorso. La proposta di Rocchi mi è servita per cogliere una riflessione che già stavo facendo. Voglio interpretare la mia candidatura anche come una forma di testimonianza, portare avanti i valori di trasparenza e giustizia, per ricordare che quel sistema che ho denunciato non deve tornare».

Lei crede che quel sistema potrebbe tornare?

«Sì credo che potrebbe tornare».

Le è mai più capitato di incrociare Fragomeni a Santa Maria di Sala?

«No, non ho mai più incontrato nessuno delle persone inquisite, credo che non avrei nulla da dire loro».

Il famoso terreno suo e dei suoi familiari che fine ha fatto?

«Alla fine è stato venduto a un fondo che presenterà un progetto di sviluppo al comune. Se vuole sapere a che prezzo le dico che, insieme ad altri appezzamenti collegati, l’ho venduto a una cifra inferiore al milione di euro. La mia quota era del 13, 33%, il resto di familiari. Questo per sfatare le dicerie che io sarei milionario. Se avessi accettato la proposta cui lei fa riferimento avrei incassato molto di più».

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