«Eleganti in Consiglio». A San Donà il dress code che bandisce polo e pantaloncini

Il sindaco Alberto Teso detta il regolamento per la partecipazione dei consiglieri comunali a Consigli e commissioni: «Abito o giacca per gli uomini, per le donne vestiti e coprispalla formali»

Giovanni Cagnassi
Il sindaco Alberto Teso
Il sindaco Alberto Teso

Dress code per consiglio comunale e commissioni, San Donà studia un regolamento per evitare che i consiglieri si presentino con abbigliamento non adeguato alle circostanze. Le indicazioni valgono soprattutto per la opposizione, perché in giunta le richieste del sindaco sono state esaudite subito.

E, come per il primo cittadino spesso in gessato, anche gli altri assessori e consiglieri della maggioranza sono spesso fasciati da abiti, completi eleganti, magari non proprio su misura. Qualche licenza ai più sportivi per una polo in estate, comunque mai in consiglio comunale dove abbondano le giacche o addirittura le cravatte.

Ma qualcuno ha notato camicie un po’ troppo sbottonate, soprattutto in estate, addirittura “pinocchietti” e pantaloni corti a metà polpaccio.

A innescare il dibattito è stato un post sdegnato di Diego Paludetto, esponente di FdI che fa parte del Bim.

Ha postato alcune foto di consiglieri di opposizione in maniche corte mentre parlavano al microfono nella sala consiliare: «Un fatto inaccettabile», polemizza Paludetto, conosciuto anche come “Diego fiori”, per via del suo noto negozio di fiori e piante, «sono rappresentanti delle istituzioni, dei cittadini, l’abbigliamento deve essere consono a maggior ragione oggi che le sedute sono diffuse in rete».

Già poco dopo l'insediamento, il sindaco di San Donà, Alberto Teso, aveva pubblicamente richiamato i consiglieri affinché si presentassero in aula con un abbigliamento opportuno. Di recente, Teso ha sollecitato il segretario comunale affinché venga ufficialmente affrontato il tema del dress code in consiglio. In genere i consigli comunali non lo hanno.

Hanno previsto un codice di regolamentazione dell'abbigliamento diversi enti pubblici, l’ultimo, il 10 luglio 2025, il tribunale per i minori delle Marche, che con un provvedimento del presidente ha disposto l’obbligo della giacca per gli avvocati e il divieto di pantaloni corti e sandali anche per gli utenti.

«La scelta dell'abbigliamento da parte di chi esercita funzioni pubbliche», spiega il sindaco Teso, «non può essere completamente rimessa allo stile di ciascuno o alla moda del momento. Infatti, il ruolo pubblico ricoperto da chi svolge un incarico istituzionale», prosegue, «impone scelte comportamentali, anche relativamente all’abbigliamento, consone e adeguate al luogo in cui viene svolto l'ufficio in parola, alla funzione ricoperta, al significato del ministero espletato. E ciò per rispetto dell’incarico e del ruolo di rappresentanza che viene adempiuto. Del resto, anche in chiesa non si entra vestiti in un certo modo e credo che nell’aula consiliare si dovrebbe portare il dovuto rispetto anche nell'abbigliamento. Ho più volte invitato, pertanto, tutti i consiglieri e le consigliere comunali ad adottare, nel corso delle pubbliche convocazioni del consiglio comunale e in tutte le occasioni istituzionali, un abbigliamento adeguato».

Il sindaco si spinge a dare anche qualche indicazione più precisa in termini di vestiario, anticipando in questo modo quello che sarà il contenuto del prossimo regolamento in approvazione. «Ritengo tale, a titolo esemplificativo», conclude il primo cittadino, «per gli uomini l'abito intero o quantomeno la giacca, per le donne abito intero, capi coprispalla, comunque formale».

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