San Camillo a Villa Salus, sì del Vaticano

Parere favorevole della Congregazione del cardinale De Aviz. Ora prosegue la trattativa tra le parti, partita da 20-25 milioni 
POSSAMAI MESTRE: L'OSPEDALE VILLA SALUS..22/05/2008 © SALVIATO LIGHTIMAGE
POSSAMAI MESTRE: L'OSPEDALE VILLA SALUS..22/05/2008 © SALVIATO LIGHTIMAGE

Via libera alla vendita dell’ospedale San Camillo a Villa Salus. Il disco verde del Vaticano, tanto atteso dalle due parti in causa e in trattativa tra loro è arrivato nei giorni scorsi da parte della Congregazione degli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica dalla quale dipendono i padri camilliani che gestiscono l’ospedale del Lido. La congregazione è presieduta dal prefetto, il cardinale João Braz De Aviz, brasiliano. L’istruzione della pratica era stata aperta poco dopo che Villa Salus aveva manifestato il suo interesse per l’ospedale degli Alberoni, e si è conclusa formalmente pochi giorni fa, con l’invio del documento in cui la congregazione esprime parere favorevole alla vendita dell’ospedale e al subentro, nella gestione, di Villa Salus, l’altro ospedale religioso della città, con sede lungo il Terraglio, gestito dall’ordine delle suore mantellate serve Di Maria.

Il via libera della congregazione è un passaggio necessario e fondamentale, in vista della chiusura della vendita e il percorso, anche se in discesa, non resta privo di ostacoli e ora Mario Bassano, il direttore generale di Villa Salus, che porta avanti la trattativa per le suore mantellate e Andra Pantò, l’amministratore delegato dell’Opera San Camillo, dovranno presto mettere le loro carte sul tavolo, per definire i contorni dell’operazione finanziaria, e arrivare così in tempi rapidi alla firma di pre-intesa. Villa Salus conta di chiudere l’intesa con il sostegno di un Fondo immobiliare che metterebbe i soldi per l’acquisto della struttura ospedaliera con la gestione di Villa Salus. Nel pacchetto di vendita c’è anche la casa di riposo Stella Maris la cui gestione però - nel disegno che si sta componendo - andrebbe a una società cooperativa. Sono due i nomi che circolano: la cooperativa Kcs, che già gestisca la casa di riposo del Fatebenefratelli, e la Codess, che si occupa invece dell’istituto Carlo Steeeb, al Lido. Il prezzo di vendita dell’ospedale - che gode del titolo di Ircss - Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico - è ancora oggetto della trattativa, avviata dopo una prima lettera con la proposta d’acquisto inviata da Bassano a fine anno, e una seconda, più dettagliata, risalente a marzo. Si parla di una somma compresa tra i 20 e i 25 milioni di euro. Cinque milioni sono una differenza non da poco ma l’accordo sulla cifra finale dovrà tenere conto anche dei lavori di ristrutturazione che i camilliani si apprestavano a realizzare: 4,5 milioni di euro per mettere ordine tra l’ospedale e la casa di riposo. Oggi infatti due piani dell’ospedale sono destinati a casa di riposo mentre l’intervento previsto, con la costruzione di un nuovo padiglione, permetterebbe di separare la casa di riposo (tra i 160 e i 170 ospiti ogni anno) e l’ospedale vero e proprio che oggi ha 115 posti, di cui 110 per la Regione e 15 destinati ai pazienti provenienti da fuori regione. Il prezzo di vendita quindi è destinato a cambiare a seconda di chi si accollerà i costi per la riorganizzazione complessiva del San Camillo.

L’altro giorno nell’ospedale degli Alberoni c’è stata anche l’assemblea dei lavoratori, nella quale i rappresentanti sindacali hanni ricostruito quanto emerso a seguito dell’incontro avvenuto in prefettura lo scorso 20 marzo, quando le due parti si erano impegnate a concludere la trattativa nell’arco di un paio di mesi. Villa Salus ha fornito garanzie in termini di occupazione - si è impegnata ad assumere tutti i dipendenti dell’ospedale - ma la preoccupazione dei lavoratori riguarda comunque il sempre il passaggio da un datore di lavoro all’altro. Le precedenti vendite di ospedali da parte dei Camilliani lasciano però ben sperare. Sia nel caso della vendita dell’ospedale San Pio X di Milano, acquistato da Humanitas, che in quello di Forte dei Marmi, ceduto alla società piacentina Santa Chiara, la trattativa con i sindacati si è chiusa senza lasciare feriti sul campo.

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