Salzano, Andrea è morto a 21 anni per soffocamento

La diagnosi del medico legale sul giovane trovato senza vita a letto dalla madre. Giovedì alle 15 l’addio

SALZANO.  Probabile soffocamento. Questa la diagnosi del medico legale sul corpo di Andrea Comelato, il ventunenne di Salzano trovato morto lunedì mattina dalla madre, entrata in camera per svegliarlo. Il professionista non ha disposto l’autopsia sulla salma e così, già ieri, è stata fissata la data del funerale: sarà giovedì alle 15 nella chiesa di Salzano.

Ed è inutile immaginare come all’ultimo saluto ci saranno centinaia di persone, a partire da quel mondo del basket che Andrea tanto amava e sentiva suo, non solo da giocatore ma pure da allenatore. Sono decine le chiamate giunte in queste ore alla famiglia; tutti vogliono far sentire la loro vicinanza, far capire quanto Andrea fosse benvoluto e amato.

«Andrea, Mi hai fatto sorridere e ti amerò per sempre»

Tra i primi ci sono stati i compagni di squadra, gli amatori della Polisportiva Fly di Salzano ma anche della Jolly di Santa Maria di Sala, società con cui collaborava ed era una delle anime.
L’incredulità e lo sgomento sono i sentimenti che prevalgono dall’altro ieri, da quando è iniziata a circolare la voce della tragedia dell’elettrotecnico, dipendente di una ditta di Noale; c’è chi aveva pensato a uno scherzo, a una “fake news” come si dice adesso, ma di bufala c’era ben poco.
I Comelato sono una famiglia unita: da papà Mauro a mamma Mariagrazia alla sorella Elena, legata in modo stretto ad Andrea. Entrambi si sono fidanzati da poco e non solo non hanno preso strade diverse ma, al contrario, si sono uniti ancora di più, uscendo spesso in quattro, come fossero una piccola famiglia.

Un affetto unico, indissolubile, che la fidanzata del ventunenne, Alice, ha deciso di suggellare con un gesto significativo nella sua pagina Facebook: “Sposata con Andrea Comelato”, sostituendo “impegnata” del giorno prima. Nei loro progetti futuri c’era proprio questo, un sogno spazzato via da un destino tragico, dopo una domenica sera trascorsa davanti alla televisione a godersi la vittoria della Reyer Venezia in casa dell’Armani Jeans Milano.
La Jolly ha inserito foto del “suo” Andrea, ritratto in versioni cestistiche con la mascotte della Reyer, il cappellino dei Chicago Bulls, un momento di gioia con i compagni dopo un successo. «Il basket era una passione e una malattia», si legge, «condivisa in famiglia con la sorella Elena: entrambi avevano deciso di tatuarsi Michael Jordan sulla pelle e non si perdevano nessuna partita della Reyer Venezia. Ieri mattina (lunedì ndr) non si è svegliato, A 21 anni non si dovrebbe morire. A 21 anni c’è ancora tutta la partita della vita da giocare. Riposa in pace».
Lunedì mattina, prima papà Mauro e poi i medici dell’ospedale di Mirano hanno provato a salvarlo ma non ce l’hanno fatta: la sorte aveva altri progetti per lui. Dopo il rito funebre, la salma del giovane riposerà nel cimitero di Salzano.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia