Rubino in carcere. Deve scontare nove anni
Delitto di Ceggia. La Cassazione ha confermato il concorso in omicidio

Davide Rubino
CEGGIA.
Arrestato dai carabinieri, nella sua abitazione di Ponte di Piave, a un mese dal matrimonio, Davide Rubino, il sandonatese che nel 2003, allora ventottenne, insieme ad altri quattro giovani partecipò all'omicidio a sangue freddo di due albanesi a Ceggia. Venerdì scorso la Corte di Cassazione ha respinto l'ultimo ricorso e confermato la pena a 17 anni per concorso in omicidio a Rubino, al quale rimangono da scontare definitivamente in carcere ancora 9 anni. La vicenda risale al 21 ottobre 2003 quando Krenar Bazaj, di 34 anni, e Eugen Resulj, di 28, vennero ritrovati uccisi da diversi colpi di pistola nella zona dei vecchi binari dellex-zuccherificio di Ceggia. Accanto a loro c'erano ventidue grammi di cocaina, elemento che fece intendere che il duplice omicidio fosse dovuto a un regolamento di conti nell'ambito del traffico e spaccio di stupefacenti. Due anni dopo gli inquirenti chiusero il cerchio, identificando i killer nei ventisettenni sandonatesi Alex Gianduzzo e Eros Murador. Con loro, che avrebbero ucciso a sangue freddo gli albanesi per rapinare due chili di coca, finirono in manette per favoreggiamento altri tre coetanei sandonatesi: Mauro Scorretti, Massimiliano Ferraro e, appunto, Davide Rubino. Tra le testimonianze che portarono all'identificazione della banda, alcune dimostrano come dopo il delitto i killer andassero in giro a vantarsi dell'atto criminoso. La vicenda ha quindi preso la via delle aule giudiziarie nelle quali per Gianduzzo e Murador in primo grado è stata riconosciuta la colpevolezza per omicidio con la condanna all'ergastolo. Per Rubino la pena inflitta è stata a diciassette anni, tre dei quali condonati, per concorso pieno in omicidio. I suoi legali hanno quindi fatto ricorso prima in Cassazione quindi in Corte d'Assise d'Appello, chiedendo il proscioglimento pieno senza ottenerlo. L'ultimo atto la scorsa settimana quando, venerdì, la Cassazione si è pronunciata in forma definitiva rispetto al procedimento per il duplice omicidio di Ceggia, riconoscendo a Davide Rubino il concorso pieno e, quindi, la conferma a scontare diciassette anni di pena. E così è tornato in carcere appena sposato.
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