Rubate cento anatre dal parco di Mirano

di Filippo De Gaspari
MIRANO. Rubate le anatre del parco Belvedere. Ne spariscono un centinaio in una notte e con loro anche una ventina di colombelle e tortore e decine di carpe, pescate abusivamente dal Muson. Una razzia in piena regola e che ha dell’incredibile per come è stata condotta e la quantità di animali spariti nel nulla, senza che nessuno se ne sia accorto.
È successo domenica notte, ma la notizia si è diffusa in città soltanto ieri, suscitando sconcerto e incredulità: pesci e uccelli erano la principale attrazione dei bambini, che trascorrevano interi pomeriggi al parco giocando e dando da mangiare agli animali. Ad alcuni, i piccoli miranesi avevano dato perfino un nome e loro, i pennuti del Belvedere, col tempo si erano lasciati coccolare dai visitatori, dimenticando la naturale diffidenza verso l’uomo.
Domenica notte qualcuno ne ha approfittato e la mattina dopo il parco è apparso ai miranesi desolatamente deserto e silenzioso. Nessun starnazzo, nessun batter d’ali all’interno della grande voliera sotto il Castelletto, pochi anche i pesci, bestie anche da dieci chili, che nuotavano a pelo d’acqua. Spariti tutti nel nulla, in una notte. Come sia stato possibile resta un mistero.
Di sicuro le anatre non sono migrate per l’inverno: selvatiche lo erano ormai solo per specie, talmente ammansite da poter essere avvicinate e prese a mano. Ce ne erano circa 120-140 esemplari, a seconda dei periodi, ne sono rimaste una trentina. Spariti anche una ventina tra colombelle e tortore che erano cresciute in cattività nella voliera di villa Belvedere. Poi un numero indefinito di carpe che nuotavano nel Muson, sotto il ponte che collega i parchi di villa Belvedere e villa XXV Aprile, protetti dal divieto di pesca e ingrassati a dismisura dalle molliche di pane gettate ogni giorno dai visitatori. Alcune avevano raggiunto dimensioni impressionanti. Anche loro catturate: in zona Belvedere restano solo pesci piccoli.
Colpevoli per ora nessuno, sospetti molti. Alcuni residenti della zona, tra i primi ad accorgersi della razzia, chiamano in causa un gruppo di stranieri che domenica pomeriggio erano stati sorpresi a pescare nel fiume, nonostante i divieti, addirittura con le reti. Nessuno sa che fine abbiano fatto gli animali, probabilmente prelevati vivi, mentre erano appollaiati a dormire sulle rive del Muson. C’è anche l’ipotesi che siano già finiti in pentola: «La sola idea che possano essere stati mangiati», afferma un frequentatore del parco, «provoca non solo sconcerto, ma anche ribrezzo, visto che la loro carne non è buona e vivono da sempre in acque salmastre». Da due giorni intanto i bambini di Mirano tornano a casa col volto triste e il sacchetto ancora pieno di pane. Chiedono che gli animali tornino al parco, gli adulti invece vogliono anche i nomi dei colpevoli.
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