Romea commerciale «Non serve un altro nastro di asfalto»

MIRA. «Ora che il Cipe ha rinviato l’approvazione del progetto preliminare della Romea Commerciale, speriamo che il nuovo governo, dove sarà nettamente rappresentata una componente ambientalista,...

MIRA. «Ora che il Cipe ha rinviato l’approvazione del progetto preliminare della Romea Commerciale, speriamo che il nuovo governo, dove sarà nettamente rappresentata una componente ambientalista, punti sui miglioramenti del tracciato esistente e accantoni definitivamente quest’opera». A dirlo è Luciano Claut, assessore all’Urbanistica del Comune di Mira governato da una maggioranza del Movimento 5 Stelle. «Il rinvio è una scelta opportuna», dice Claut, «che ci auguriamo serva a riconsiderare il progetto in funzione del miglioramento e della messa in sicurezza dell’attuale Romea. Non è un mistero che siamo contrari a quest’opera così come molti comitati di cittadini. Si tratta del progetto di una vera e propria autostrada che si affianca all’attuale Romea senza considerare le ragionevoli alternative, meno costose e impattanti, del miglioramento di ciò che già esiste. Il nostro auspicio è che si boccino definitivamente devastazioni del territorio con inutili nastri di asfalto e si metta in atto uno studio sui miglioramenti possibili del tracciato esistente». Un attacco ad alcuni esponenti del settore turistico di Chioggia arriva dai comitati “Opzione Zero”. «Pensare che un’arteria concepita ad elevata percorrenza», spiegano Mattia Donadel, Rebecca Ruvoletto e Lisa Causin, «con uno svincolo a Codevigo sull’innesto della Strada dei Vivai, possa costituire una risorsa per flussi di tipo turistico è pura ignoranza. Dallo svincolo di Codevigo, per raggiungere Chioggia si dovrà sempre proseguire a sud sull’esistente S309, con i noti intasamenti. Nel progetto preliminare della Romea Commerciale non è previsto alcun collegamento diretto con Chioggia». Per Opzione Zero l’isolamento di Chioggia deriva da altro: «Da un’impostazione turistica che si fonda sulla ricettività e che considera il territorio come merce prima che come bene comune da difendere. Non è un’autostrada in più ad attrarre turisti, ma la tutela della bellezza, la preservazione dei paesaggi e una proposta turistica più responsabile ed ecosostenibile».(a.ab. - g.pir.)

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