«Rodari», sit-in dei pazienti

No a due Centri diurni: protesta davanti agli uffici dell'Asl
 
FAVARO.
La protesta dei pazienti del Rodari. Si sono dati appuntamento davanti agli uffici dell'Asl di via Don Tosatto, luogo di incontro dei vertici del Dipartimento di Salute mentale per il consueto consiglio: una trentina di pazienti del Centro diurno psicoriabilitativo Rodari è rimasta seduta per terra per protestare contro il nuovo progetto di riorganizzazione.
 Il quale prevede la creazione di due Centri diurni e la rivisitazione conseguente del Centro di via delle Muneghe. Su un grande striscione la scritta «parole e voto» perché Lucio Bulgarelli, presidente dell'associazione Orizzonti che raccoglie gli utenti e gli ex utenti della struttura, sostiene di non aver diritto di voto in Consiglio, di non poter cioè rappresentare le persone per le quali il Centro esiste. Uno alla volta sono passati il responsabile di Psichiatria, Fabrizio Ramacciotti, il direttore dei servizi sociali dell'Asl, Massimo Fusello, il primario Vincenzo De Nardo e i rappresentanti delle associazioni che ruotano attorno al Rodari, l'Aitsam e Lo Specchio. Con loro anche Dario De Rossi (Cisl) che va giù duro: «Nel dipartimento di Psichiatria vige una finta democrazia, un finto coinvolgimento del personale, della struttura e dei pazienti. In verità questa riorganizzazione sta gettando al vento anche l'unica cosa che davvero funzionava, vale a dire il Centro Rodari. Stanziano finanziamenti ma i soldi non ci sono, non si sa che fine faranno i laboratori di pc appena cablati».  La riorganizzazione prevede una distribuzione delle sedi dei Csm (Centri di salute mentale) coerente con la collocazione dei distretti (Mestre Nord e Mestre Sud). Il «Rodari» sarà diviso in due: al piano terra rimarrà il Centro diurno, in un'ala adeguatamente ristrutturata verrà aperto il Csm. L'attuale sede del Csm di via Miranese diverrà sede dell'equipe Mestre Sud, attualmente operante a Marghera e nella stessa sede verrà creato un Centro diurno destinato ad assistere al massimo 50 utenti. «È una situazione volutamente confusa - spiega C.P., madre di un paziente - La riorganizzazione è un escamotage per tornare indietro negli anni, quando ad un paziente anziché la riabilitazione si davano la pillolina e una pacca sulla spalla. Per curare ci vuole la psicoterapia, portata avanti dal responsabile, il dottor Luigi Busetto, che vogliono mettere da parte. Eppure prima di lui non c'era nulla».  E quando è passato i pazienti l'hanno acclamato. Ramacciotti non trova motivi per protestare: «Non c'è ancora una delibera e il presidente di Orizzonti ha diritto di voto e di parola: gliela daremo anche oggi (ieri ndr) e la rinnoveremo di volta in volta - spiega - Questa è una dimostrazione di democrazia. Il Centro diurno? La ristrutturazione partirà a breve: il Rodari è fatiscente, ma si tratta di lavori di poco conto, poche migliaia di euro. Poi abbiamo intenzione di costruire qualcosa di molto bello». Cosa? Non è dato sapere. «Stiamo potenziando il servizio, investendo una grossa cifra - prosegue Ramacciotti - Riguardo la salute mentale, l'Asl non abbassa la guardia, non taglia personale, anzi ne assume».

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