Rischia l’accusa di sottrazione di minore
L’avvocatessa Claudia De Martin: «La mamma deve riportare il ragazzo il più presto possibile»

I bambini con lo zaino all'apertura dell'anno scolastico all'Istituto Comprensivo Uruguay "Maria Stern Nuovo" in Via di Settebagni a Roma oggi 12 settembre 2011. ANSA Mario De Renzis
VENEZIA. È un caso giuridicamente, oltre che umanamente, da trattare con tutta la delicatezza possibile quello che in queste ore vede coinvolti una mamma veneziana e il figlio tredicenne. Ma inevitabili rischiano di essere per la donna le conseguenze penali del suo gesto, frutto forse della disperazione, forse della volontà di non arrendersi nemmeno di fronte al provvedimento del Tribunale dei minorenni, nonostante una situazione difficile alle spalle, da cui discende la decisione drastica dei giudici, nel pieno interesse del minore.
Una volta rintracciata dalle forze dell’ordine, la mamma, a cui il Tribunale ha affievolito la cosiddetta responsabilità genitoriale (la vecchia patria potestà), rischia di essere indagata per il reato di sottrazione di persona incapace, definito dall’articolo 574 del codice penale, dove “incapace” sta a significare un soggetto minore di 14 anni.
Recita l’articolo: «Chiunque sottrae un minore degli anni quattordici, o un infermo di mente, al genitore esercente la responsabilità genitoriale, al tutore, o al curatore, o a chi ne abbia la vigilanza o la custodia, ovvero lo ritiene contro la volontà dei medesimi, è punito, a querela del genitore esercente la responsabilità genitoriale, del tutore o del curatore, con la reclusione da uno a tre anni».
Situazione diversa se alla donna fosse stata revocata completamente dal giudice la responsabilità genitoriale. In quel caso si potrebbe configurare – ma il condizionale è d’obbligo vista la delicatezza della materia – il ben più grave reato di sequestro di persona. Senza il vincolo della responsabilità genitoriale, infatti, la madre è una estranea a tutti gli effetti nei confronti del figlio, al pari di una qualsiasi altra persona senza alcun vincolo di parentela. Un reato, questo, teoricamente aggravato dal fatto che il “rapito” è un parente minore di 14 anni.
Va chiarito comunque che ciascun caso viene valutato dalla Procura nella sua complessità e quindi eventuali attenuanti sono determinate volta per volta a seconda del contesto e della situazione in cui matura il reato.
«Di certo più si prolunga la mancanza di notizie da parte della mamma, più la situazione peggiora», commenta l’avvocatessa veneziana Claudia De Martin, «per questo il bambino deve essere riportato dalla mamma là dove è stato sottratto nel più breve tempo possibile».
(ru. b.)
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