Rinviato al 13 aprile il processo a Maculan

CINTO. È stato aggiornato a mercoledì 13 aprile 2016 a Pordenone il processo ai danni di Antenore Maculan (nella foto), l’uomo di 80 anni, che poco più di un anno fa, il 19 febbraio 2015, tentò di...

CINTO. È stato aggiornato a mercoledì 13 aprile 2016 a Pordenone il processo ai danni di Antenore Maculan (nella foto), l’uomo di 80 anni, che poco più di un anno fa, il 19 febbraio 2015, tentò di uccidere la moglie, Giuliana Barolo, 74 anni, con una fucilata. Il pensionato di Settimo di Cinto, che ha vissuto per 30 anni a Marignana di Sesto al Reghena, dove gestiva un bar, è infatti accusato di tentato omicidio. Il perito del tribunale, Stefanutti, ha chiesto e ottenuto dal gup Bolzoni una proroga per completare la perizia sull’arma adoperata da Maculan, un fucile da caccia.

Maculan, difeso dall’avvocato Guido Galletti è agli arresti domiciliari in una struttura protetta. Il fatto all’epoca fece molto clamore. Il movente che armò il pensionato, si disse, fu una gelosia morbosa. Maculan infatti in paese era descritto come una persona molto possessiva, che tollerava mal volentieri alcune scelte o posizioni della moglie nella gestione della casa e della famiglia. Questo, negli anni, sarebbe stato motivo di frequenti liti. E la mattina del 19 febbraio 2015 c’era stata l’ennesima discussione. Maculan aveva fatto fuoco in bagno contro la consorte, colpendola al basso ventre. Poi era stato lui a dare l’allarme e credendola morta andò dal vicino di casa dicendo di aver ucciso sua moglie. A dare l'allarme fu Maculan stesso, che chiamò, con una lucidità definita dagli investigatori impressionante, sia il Suem 118 sia i carabinieri. Il figlio non voleva saperne di trovarselo a casa ai domiciliari, per cui Maculan per diversi giorni restò rinchiuso al carcere di Pordenone, prima di trovare una collocazione.

Rosario Padovano

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