Rinviata l’udienza per il boss Vito Galatolo

Avrebbe dovuto decidere ieri il destino processuale di Vito Galatolo, il boss palermitano trapiantato a Mestre e assunto al Tronchetto che poi si è pentito rivelando i segreti della famiglia dell’Acquasanta, e degli altri otto suoi complici in una tentata rapina e in un’altra messa a segno, ma il giudice Barbara Lancieri è stata applicata alla Corte d’appello per tre mesi, così è toccato al collega Massimo Vicinanza prendere in carico il fascicolo, che non conosceva. Per quanto riguarda Galatolo ha rinviato l’udienza a maggio, visto che a febbario e a marzo è impegnato in vie udienze a Palermo, mentre per gli altri imputati toccherà a lui decidere se mandarli sotto processo o meno, la data è quella del 25 febbraio.
Gli altri sono Maurizio Caponetto, Antonino Salerno, Giuseppe Bartolo, Vincenzo Duro, Salvatore Girgenti , Carmelo Signorelli, siciliani trapiantati come il capo nel veneziano, il napoletano Giuseppe Scelsi, e la veneziana Kendra Degli Angeli, l'unica a non essere indagata per associazione a delinquere. Sono difesi dagli avvocati veneziani Mauro Serpico, Stefania Pattarello, Andrea Franco. Il primo colpo doveva essere messo a segno il 15 giugno 2014 ai danni della sala scommesse mestrina Aladin Bet 2, dove lavorava la Degli Angeli, ma era andata male perché le porte blindate dell'agenzia erano rimaste chiuse. La seconda rapina, invece, va a segno il 16 giugno ai danni della ditta Laser di Laura Fighjera & Co, a Ponzano - concessionaria della ditta Tupperware - con pistola puntata alla testa alla titolare e a un'impiegata, costrette a terra. Il gruppo scappa con 13 mila euro in contanti e 2700 euro in assegni. Ma durante la fuga vengono arrestati. (g.c.)
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