RINCORSA ALL’OMBRA DEI BIG

Dietro a Pam, Coin e Cadoro, 24 aziende a raggio d’azione locale: solo la metà riesce ad espandersi
Di Ugo Sostero
S.M.DI SALA : CENTRO TOM: 19/7/05 LIGHT IMAGE
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di UGO SOSTERO

Come già emergeva dall’indagine dello scorso anno, il settore del commercio al dettaglio risulta particolarmente rilevante per l’economia della provincia di Venezia. Infatti, oltre al Gruppo Pam e al Gruppo Coin, che si collocano ai primi due posti nella classifica generale in termini di ricavi per il 2014, il commercio al dettaglio conta altre 25 aziende tra le Top 500 della provincia. Le prime due aziende da sole hanno prodotto 3.890 milioni di euro ricavi (pari all’88% del totale del settore e al 20% del totale delle Top 500) mentre le altre 25 nel loro insieme ne hanno prodotto solo 542 milioni. La notevole differenza di scala impone pertanto di effettuare un’analisi separata.

Le prime due aziende operano entrambe nella grande distribuzione a livello nazionale e anche internazionale, con un orientamento prevalente all’alimentare per Gruppo Pam e all’abbigliamento per Gruppo Coin. A fronte dell’incremento dei ricavi del 3,4% prodotto dal complesso delle Top 500, per Gruppo Pam si è registrata una diminuzione dei ricavi del 2,2% mentre Gruppo Coin ha incrementato le vendite del 3,7%.

Gruppo Pam ha conseguito nel 2014 una perdita di 22,8 milioni di euro (mentre l’esercizio precedente si era chiuso con un utile di 13,7 milioni) e quindi il suo Roe è sceso da +2,6% a -3,9%. Migliora però il tasso di indebitamento (dal 72,2% scende al 66,4%), mentre peggiora leggermente l’incidenza degli oneri finanziari sull’Ebitda (dal 18,4% sale al 21,4%).

Per Gruppo Coin il miglioramento dei ricavi non si è tradotto in una contrazione delle perdite che passano dai 61,9 milioni di euro del 2013 agli 89,1 milioni del 2014, con un Roe che rimane pertanto negativo. Peggiorano anche il tasso di indebitamento (dal 77,1% sale all’80,5%) e l’incidenza degli oneri finanziari sull’Ebitda (dal 65,5% sale all’86,6%).

Al terzo posto in classifica troviamo un’altra importante realtà della grande distribuzione, Supermercati Cadoro (Gruppo Cadin), con un forte radicamento nel Triveneto ed Emilia Romagna. Nel 2014 ha realizzato 187 milioni di ricavi, in modesta contrazione rispetto al triennio precedente e ha chiuso l’esercizio con un utile di 509 mila euro, in netta ripresa rispetto al più modesto il risultato economico di 179 mila dell’anno precedente.

Le restanti 24 aziende di commercio al dettaglio presenti nelle Top 500 (con ricavi compresi tra i 7 e i 30 milioni) operano invece a livello locale (provinciale e in qualche caso regionale) in ambiti merceologici piuttosto vari: dieci vendono abbigliamento e/o pelletterie-calzature (Tommasini, Al Duca d’Aosta, Gtr, Ballin Project, Victory, Old England, Lu.Ma., Caleidos, Vm e Vestire Ramonda), cinque vendono mobili e accessori per la casa e il giardino (Bergamin, Dia, Centercasa, Immagine 2002, Idrosanitaria Piave), quattro sono supermercati (Winner, Asa & Partners, Punta gialla e Alicom) due vendono oggetti d’arte e preziosi (Salvadori e Galleria d’arte Contini), e le altre vendono farmaci (Ames), prodotti informatici (Pellegrini) e bevande e alimenti (Sacra – Caffè Florian).

Anche se la varietà degli ambiti merceologici rende più difficile le comparazioni, dall’esame dei loro dati si nota che i ricavi sono complessivamente aumentati del 4%, ma solo 12 aziende hanno effettivamente aumentato il loro volume di affari, con gli incrementi più significativi tutti nell’ambito del commercio di abbigliamento, pelletterie e calzature: Victory (+123%), Old England (+16,8%), Gtr (+13,6) e Lu.Ma. (+11,0%).

Anche se per questo gruppo di 24 aziende commerciali il totale dei risultati economici positivi e negativi conseguiti è una perdita netta (superiore a quella dell’anno precedente), vi sono diverse aziende che hanno ottenuto un notevole miglioramento dell’utile. Si segnalano in particolare Punta gialla, il cui utile 2014 è stato 8,5 volte quello dell’anno precedente, Victory che nel 2014 ha quintuplicato il risultato economico, Old England che ha incrementato l’utile netto del 145% e Lu.Ma. il cui utile è cresciuto del 131%.

L’indebitamento, espresso come incidenza dei debiti sul totale dell’attivo, per questo gruppo di 24 aziende commerciali cresce da un valore medio del 66,8 dell’anno precedente al 70,4 per cento, rimanendo però al di sotto del valore 71,7% rilevabile in media dal complesso delle top 500.

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