Ricusato il giudice del processo all’uomo che ha rovinato Aurora

DOLO. Aveva proposto la messa in prova per il suo cliente, in modo da evitargli una condanna,ma il giudice veneziano Roberta Marchiori aveva respinto la richiesta, allora, ieri, l’avvocato Roberto Bolognesi prima ha chiesto al magistrato di astenersi, poi l’ha ricusata. Così l’udienza è stata rinviata al 13 maggio. Intanto, toccherà alla Corte d’appello decidere sull’istanza del difensore. La vicenda è quella di Aurora, la bambina rimasta invalida al 90 per cento tanto da essere rimasta in carrozzina, e della madre, invalida al 60 per cento, a causa di un incidente stradale all’altezza di Lughetto provocato dal trentenne Andrea Pelizza di Camponogara, che si era messo alla guida della sua Fiat Bravo dopo aver assunto sostanze stupefacenti.
Infatti, deve rispondere di lesioni colpose aggravate dal fatto di aver provocato l’incidente stradale in stato di alterazione dovuta alla marijuana che aveva fumato.
Ieri, anche Aurora è tornata in tribunale e mentre la madre, con i suoi avvocati, era in aula lei è rimasta a giocare in corridoio, girando e gareggiando in velocità con la sua sedia a rotelle. La messa in prova è un nuovo istituto che in cambio di un lavoro socialmente utile porta all’estinzione del reato, richiesta del difensore cui si era opposta il pubblico ministero Carlotta Franceschetti.
L’incidente era accaduto il 19 gennaio 2013, la madre con la figlia erano a bordo di un Twingo, la piccola nel seggiolino sul sedile posteriore. Pelizza era uscito in retromarcia da una stradina laterale e si apprestava a fare inversione a U senza dare la precedenza alla Twingo, l’aveva centrata e la piccola auto era finita contro una Passat che proveniva dalla corsia opposta, a bordo della quale c’era un’intera famiglia rimasta ferita. L’auto si era accartocciata e la madre e la figlia avevano riportato numerose fratture e sono rimaste entrambe in coma per settimane. Gli avvocati Augusto Palese e Giacomo Gamba si sono costituiti parte civile, hanno chiesto un risarcimento di dieci milioni di euro, visto che prima di ricusare il giudice, il difensore ha chiesto il processo con rito abbreviato, allo stato degli atti, in modo da poter ottenere uno sconto di pena di un terzo. Da considerare che l’imputato in precedenza era già stato condannato a 4 mesi di arresto, mille euro di ammenda, con revoca della patente e confisca dell’automobile per essere stato «pizzicato» alla guida in stato di alterazione.
La reazione della mamma della piccola Aurora è indignata: «Andrea Pelizza dopo aver fatto richiesta di ricusare il giudice mi ha quasi riso in faccia in aula di fronte ad Aurora», racconta, «Quella persona è davvero inqualificabile e merita di finire in carcere».
«Il giudice Marchiori», spiega Tania Maritan, «ha ritenuto quel provvedimento proposto dai legali di Pellizza non all’altezza se messo in collegamento alle conseguenze e alle responsabilità del sinistro. Ora questa ricusazione punta solo a perdere tempo a dilatare i tempi del processo. Credo che per Andrea Pellizza, che cerca di sfuggire alle sue responsabilità, questa mossa sui rivelerà un boomerang». Mamma Taniaè determinata: «Lui deve pagare per imparare cosa ha combinato. Credo non si renda minimamente conto di aver rovinato e distrutto per sempre la vita di una bambina di 3 anni. Sa quali problemi Aurora affronta e dovrà affrontare per causa sua? Se ha una coscienza la faccia emergere, ma ho paura che non ci sia».
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