Riceve il fermo dell’auto, ma è un errore di Veritas: annullato il provvedimento
L’uomo mestrino che aveva ricevuto il fermo, aveva in realtà chiuso il proprio debito con Veritas. Nell’ultimo periodo si sono verificati altri tre episodi analoghi

Prosegue l’attività di Adico nei confronti di Veritas, in merito ad accertamenti per omesse dichiarazioni e insufficiente pagamento della Tari, con relative sanzioni di fatto non dovute.
L’ultimo caso, in ordine di tempo, si è chiuso con il riconoscimento dell’istanza presentata da Adico, come accaduto di recente in altri tre precedenti casi. La vicenda riguarda un 48enne mestrino, G.D.M. il quale ancora nel 2023 ha ricevuto appunto dall’azienda la richiesta di versamento della tassa rifiuti, con relativa multa, per gli anni 2020, 2021, 2022.
La contestazione era legittima e l’uomo ha prima concordato la rateizzazione del debito per poi, dopo il pagamento di alcune tranche, chiudere il debito restante in un’unica soluzione, avendone in quel momento la disponibilità. Nel 2025, però, il 48enne ha ricevuto un altro avviso di accertamento con la comunicazione preventiva di fermo amministrativo della vettura.
Un vero dramma per l’uomo che utilizza la vettura anche per assistere la figlia affetta da una disabilità neurodegenerativa.
Grazie anche all’intervento dell’Adico, si è però verificato che quell’avvio e dunque anche la comunicazione del fermo dell’auto non era legittimo perché la richiesta di pagamento si riferiva proprio alla Tari degli anni 2020, 2021 e 2022 onorata precedentemente.
«Abbiamo richiesto l’annullamento dell’avviso in autotutela – sottolinea Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – e pochi giorni fa Veritas ci ha comunicato di aver accolto la richiesta. Essendo il quarto caso che seguiamo e che si conclude positivamente, invitiamo i cittadini che ricevono queste richieste di pagamento corredate di sanzioni a controllare che non vi siano degli errori. Naturalmente crediamo che l’azienda stia evidentemente inviando i molti avvisi e quindi qualche errore può verificarsi. L’importante è che l’eventuale vittima dello sbaglio se ne renda conto e ci contatti, anche quando il suo sia solo un sospetto».
Le altre contestazioni a Veritas
L’ultima, prima di questa riguarda una pensionata residente a Bologna che è però proprietaria di un’altra abitazione a Venezia, totalmente disabitata e priva di utenze. La donna ancora cinque anni fa aveva chiesto l’esclusione dal pagamento della tassa, proprio perchè la casa in questione non ha alcuna fornitura.
E aveva pure scritto all’azienda di inviare ogni comunicazione proprio nella sua residenza a Bologna. Recatasi a Venezia dopo cinque anni in cui non ci metteva piede ha scoperto di aver ricevuto nella sua casa in laguna una decina di solleciti di pagamento della Tari per un totale di 2.026 euro. A quel punto la donna si è rivolta all’Adico per richiedere assistenza e ha ottenuto giustizia con l’annullamento di tutte le pretese.
L’altra vicenda coinvolge R.D. un pensionato di Murano che si è visto recapitare un avviso da parte di Veritas con la richiesta di corrispondere circa 895 euro, ridotti a 617 grazie alla definizione agevolata, per la mancata dichiarazione dell’utenza e quindi il mancato pagamento del tributo Tari dal 2018 al 2023. Una richiesta totalmente fuori luogo visto che l’immobile in questione si trova sì a Murano, ma in campo del Prà, mentre il pensionato risiede in calle Darduin e non ha altre abitazioni in suo possesso.
L’altra storia simile riguarda sempre un pensionato, ma questa volta di Marghera. L’azienda gli aveva inviato il solito avviso di accertamento “per omessa dichiarazione e insufficiente versamento” relativamente a due anni di Tari. Da qui la richiesta di pagamento per tre fatture: una di 922 euro, un’altra di 989 euro e l’ultima da 38. In realtà, però, tramite Adico, l’uomo ha dimostrato di aver regolarmente corrisposto il dovuto tramite Pagopa. Ecco dunque la richiesta di annullamento in autotutela che è stata accolta da Veritas.
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