Resta invalido, chiede 6,3 milioni

Manuel Michieletto fu vittima di un incidente in A27 a Mogliano. Aveva 24 anni. È rimasto paraplegico
Di Rubina Bon

MOGLIANO. Quanto vale la vita sconvolta da un incidente per un ragazzo di 24 anni, con un lavoro come autista di camion, una fidanzata, terza linea nel Casale Rugby in serie B, appassionato di sci e trekking, rimasto paraplegico e costretto su una sedia a rotelle? Sei milioni e trecentomila euro. Questo il maxi risarcimento che Manuel Michieletto di Casale sul Sile, i suoi familiari e il datore di lavoro, tutti seguiti dall'avvocato Giorgio Caldera di Venezia, hanno chiesto al conducente dell’auto coinvolta, al proprietario del mezzo e alla compagnia assicuratrice nella causa civile promossa in tribunale a Treviso. Una quantificazione del danno, spiega il legale, che non tiene conto solo dei danni fisici e psicofisici gravissimi subìti da Manuel, bensì anche del danno alla dignità, all'integrità familiare, alla realizzazione professionale e sociale.

La vita di Manuel è stata sconvolta il19 giugno 2012. Aveva 24 anni, era alla guida del camion della ditta di famiglia per cui lavorava all’epoca (e lavora tuttora come impiegato e a part-time), la Mi.Ro. Servizi srl di Casale, lungo l’autostrada A27 a Mogliano. Viaggiava sulla prima corsia verso Treviso. Davanti a lui una Ford Escort condotta da R.M., mestrino classe 1942, che, arrivata in corrispondenza dello svincolo di Mogliano, aveva imboccato la corsia di decelerazione, che però era chiusa. Accortosi all’ultimo, l’automobilista aveva sterzato, tornando sulla prima corsia. Michieletto si era trovato la Escort davanti: per non travolgerla, aveva sterzato. «Ho agito per coscienza, per non travolgere l’auto, mi è andata male», ricorda oggi Manuel. Una dinamica, questa, contestata dalla controparte ma accertata dalla Stradale. Il camion aveva centrato il guardrail, poi si era cappottato. Nella cabina, Manuel, immobile. Il rugbista era stato elitrasportato all’Angelo e ricoverato in Rianimazione. La diagnosi, pesantissima, parlava di paraplegia conseguente a frattura-lussazione di due vertebre. Dopo un doppio intervento, Manuel a luglio era stato trasferito all’Unità spinale dell’ospedale di Vicenza. Un ricovero durato cinque mesi, che tuttavia non aveva modificato il quadro clinico derivante dalla grave mielolesione, con conseguenze pesanti sulla vita quotidiana. Il medico legale di parte ha stabilito una invalidità permanente dell’85%. Ritenendo insufficienti i criteri risarcitori del danno non patrimoniale usati in casi analoghi dagli uffici giudiziari del Triveneto, con l’assistenza dell’avvocato Caldera, Manuel ha avanzato una richiesta risarcitoria milionaria. Anche i familiari – papà Francesco, mamma Ornella e il fratello minore Riccardo – hanno chiesto i danni, così come il datore di lavoro. Dinnanzi a una richiesta di 6,3 milioni, Generali, assicurazione della controparte, ha ritenuto di offrire 330 mila euro trattenuti come acconto. L’udienza civile è fissata il 1 ottobre, mentre a giugno sarà celebrata la prima udienza penale dal giudice di pace. L’automobilista dovrà rispondere di lesioni colpose gravissime.

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