Referendum, è l’ora delle querele Sitran attacca il sindaco Brugnaro

Ieri il leader dei separatisti ha presentato l’esposto in Procura: «Patti non rispettati, abuso d’ufficio» Pendenti al Tar i due ricorsi contro la separazione presentati da Comune e Città metropolitana
Al fronte amministrativo della battaglia in corso, vale a dire i due ricorsi al Tar presentati da Comune e Città metropolitana contro il referendum per la separazione di Venezia e Mestre, ora si aggiunge anche quello penale.


L’avvocato veneziano Marco Sitran, primo promotore della battaglia popolare per arrivare alla nascita di due comuni distinti, ha infatti depositato ieri una querela nei confronti del sindaco Luigi Brugnaro nella quale chiede alla procura di valutare l’ipotesi di reato di tentato o consumato abuso di ufficio, per non aver rispettato il patto che aveva formalmente firmato in campagna elettorale, garantendo la promozione del referendum, e per aver sollevato «un conflitto di attribuzioni verso il Tar di poteri inesistenti, sapendo di mentire e di creare un rilevante danno per i promotori del referendum che da 7 anni lavorano incessantemente per offrire nuove regole e un’amministrazione di prossimità, meno tasse e meno spesa pubblica». Una querela che, se sul fronte giudiziario probabilmente farà poca strada, sul fronte politico riaccende la polemica e lo scontro tra i separatisti e Luigi Brugnaro che in campagna elettorale, attraverso la firma di un patto con il candidato a sindaco di Lega Nord e liste civiche, si era impegnato da un lato a sostenere l’elezione popolare del sindaco metropolitano, dall’altro a non intralciare il referendum per la nascita di Venezia e Mestre, salvo poi cambiare idea nella nuova cornice amministrativa delineata con la Città metropolitana al posto della Provincia.


Non è un caso poi che Sitran abbia presentato la querela proprio ieri alla vigilia dell’attesa decisione della Regione Veneto - oggi si riunisce la giunta, ma il voto potrebbe slittare come spieghiamo qui a lato - sulla data del referendum. Nella querela presentata in procura si legge che «i ricorsi presentati al tar del Veneto «invocando la prevalenza della legge Delrio sulla procedura costituzionale prescelta appaiono del tutto pretestuosi (oltre che infondati e inammissibili) presentati allo solo scopo di danneggiare i promotori del progetto di legge regionale di iniziativa popolare e di condizionare le scelte del legislatore regionale, e in particolare del governatore Zaia». Un abuso di diritto, secondo Sitran. Che sul piano politico rileva: «Brugnaro sta attentando alla democrazia e al rispetto di ogni regola (patti elettorali, regolamenti, Costituzione) pur di evitare il referendum e la probabile divisione del Comune che gli farebbe perdere ogni ambizione politica di governo: a Venezia non lo vorrebbero di certo, e forse nemmeno più a Mestre. Non sarebbe nemmeno più il sindaco della città Metropolitana che per sua intollerabile scelta rimane ente territoriale di secondo livello».


©RIPRODUZIONE RISERVATA




Riproduzione riservata © La Nuova Venezia