Radio web, il conto all'ex assessore
Spinea. Ingiunzione di pagamento, Padovan scuce 15 mila euro

Il municipio di Spinea
SPINEA.
Ricordate Radio Spinea Web, la prima radio trasmessa via internet da un ente pubblico? Due anni fa era il fiore all'occhiello della città, oggi è la scintilla per accendere l'ennesimo scontro politico, quando ormai l'emittente è morta e sepolta.
Torna alla ribalta della scena pubblica quel Fabio Padovan che la radio la volle da assessore della giunta Tessari e torna mandando al sindaco Silvano Checchin gli auguri di Natale forse meno graditi. «Caro Silvano - scrive l'ex assessore - ti scrivo non solo per farti gli auguri di Natale ma per comunicarti che la radio web di Spinea è stata pagata dal sottoscritto, compresi gli oneri legali e per questo apprezzo la gentilezza del Comune. Quasi 16 mila euro che comprendono anche molti spot che alcuni commercianti non hanno pagato». Si scopre così che la ditta Tailoradio, produttrice dell'emittente, ha mandato a Pro Loco e a Padovan, all'epoca assessore al Commercio, un'ingiunzione di pagamento per le fatture arretrate. Non avendo la Pro Loco il becco di un quattrino, Padovan li ha messi di tasca propria. «Non prima - precisa - di aver chiesto al Comune di contribuire, anche con una cifra simbolica. Ma ho ricevuto pesci in faccia. Adesso i negozianti e certi politicanti polemici possono stare tranquilli perché nonostante la radio si chiamasse Radio Spinea Web e pubblicizzasse manifestazioni e attività commerciali, il Comune non ha tirato fuori un centesimo». E conclude: «Silvano, non sei un leader e rappresenti tutta la contraddizione che sta vivendo il tuo partito. Se vuoi fare un Natale sereno, dimettiti». Checchin, gli «auguri», li respinge al mittente: «Padovan si metta il cuore in pace - replica - siccome in municipio non c'è traccia di alcun atto che provi come la radio fosse un'iniziativa del Comune, è chiaro a tutti che essa è stata ordinata personalmente da qualche amministratore della vecchia giunta. A questo punto che ne risponda personalmente. Non c'è alcun obbligo per il Comune e con questi chiari di luna chiederci un contributo è ridicolo».
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