«Quel medico mi ha salvato la vita»: intervento di 10 ore e torna a camminare
Mirano. Antonietta Calzavara, 70 anni, aveva una grave malattia alle arterie. Ora vuole donare una targa al chirurgo che l’ha operata

MIRANO. Ci sono eccellenze, in campo medico, che a volte le ritrovi sotto la porta di casa, senza bisogno di andare molto lontano. Anche perché in quel “molto lontano” a volte magari non trovi chi ha il coraggio di sfidare qualcosa che rasenta talvolta l’impossibile, che si prende la responsabilità di provare ad alzare l’asticella per salvare una vita. Il caso emblematico è quello del dottor Max Dei Negri, direttore della Chirurgia vascolare all’ospedale di Mirano, e di una donna di Santa Maria di Sala che, a 69 anni, si era ritrovata in condizioni talmente gravi da essersi ormai quasi rassegnata a morire.

Tutta colpa di una forma acuta di sindrome di Leriche, una malattia che colpisce le arterie, cronica e periferica, in cui è presente una ostruzione a livello della biforcazione aortica nelle due arterie iliache. Tra dolori inauditi la donna ha smesso di camminare, si è ritrovata su una sedia a rotelle, con un aneurisma che faceva presagire solo il peggio. Prima che il destino le ponesse il dottor Dei Negri sul suo cammino, la famiglia della signora Antonietta Calzavara le ha provate tutte, senza mai darsi per vinta, con il figlio Eris Bolzonella che ha cercato ovunque, studiato la situazione e si è rivolto a destra e a manca per aiutare la madre sofferente.

Mirano (VE):.Esterno nuovo padiglione ospedale di Mirano..23/10/00 (c) Light Image Studio..Morsego.
«Siamo stati a Udine e a Milano, nelle strutture che in Italia affrontano questi casi», spiega Eris Bolzonella, «ci hanno detto che non c’era nulla da fare, che era talmente rischioso intervenire, e di fermarsi lì. In poche parole mia madre era ritenuta inoperabile. Con palliativi siamo andati avanti per un po’, poi, ecco la scoperta a Mirano con l’incontro assieme al dottor Dei Negri. Ci ha ascoltati, ha analizzato il caso e ha deciso di darci un’opportunità. Quasi non ci credevo, ma ho capito che questo era un medico con la emme maiuscola. E tutto perché a mia madre la malattia è stata diagnosticata con almeno 15 anni di ritardo, ed era ad uno stadio talmente avanzato da averla ridotta in quel modo».
È seguito così il ricovero, quindi un intervento chirurgico durato oltre dieci ore in cui alla donna è stato fatto un bypass aortico, rimosso l’aneurisma di 9 centimetri nell’area addominale, sono state tolte le strutture vascolari danneggiate e in cambio sono state inserite quelle protesiche. Morale: dopo due settimane la signora Calzavara è tornata a casa, dopo un mese ha iniziato a camminare autonomamente e sono spariti i dolori lancinanti che sopportava ogni giorno. «Abbiamo aspettato oltre un anno a parlare per il semplice fatto che, di fronte a simili interventi, serve molto tempo perché si assesti la situazione e non ci siano più determinati pericoli», prosegue il figlio della donna salvata a Mirano,«ci siamo trovati di fronte una grandissima competenza, e ora vogliamo ringraziare questo medico, almeno consegnandogli una targa da parte della famiglia».
«Mi sento rinata», assicura invece Antonietta Calzavara, che dalle sue parole fa trasparire immensa riconoscenza per il dottor Dei Negri: «Mi hanno salvato realmente la vita, e queste cose vanno dette. I medici che sanno fare tali interventi meritano di essere acclamati. Quello del dottor Dei Negri è stato un atto di coraggio, mostrando competenza. Sarò anche invalida al 70%, ma non mi sembra vero di poter camminare di nuovo, e soprattutto di essere ancora viva e senza dolori. Ormai me l’ero messa via, che sarei morta a breve, invece sono qui a raccontare questa storia meravigliosa». —
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