Punto dalla vespa sulla fetta di anguria: «Poteva morire per choc anafilattico»
La disavventura di un pensionato 72enne di Scorzè che sabato scorso si trovava in spiaggia. La bagnina Favaretto: «La lingua era gonfia, ho infilato la mano in bocca e ho tolto l’insetto»

Mangia una fetta d’anguria con una vespa all’interno, punto sulla lingua rischia la vita un pensionato 72enne di Scorzè andato in choc anafilattico. È stato salvato da un’addetta al salvataggio dello stabilimento Eraclea Beach, Moira Favaretto, che prontamente è intervenuta, forte della sua esperienza e sangue freddo.
Gli ha infilato le dita in bocca e ha preso la vespa come avrebbe fatto un medico con una pinza.
Il fatto è accaduto lo scorso 9 agosto lungo la spiaggia di Eraclea mare verso le 16.45.
L’uomo, cardiopatico, era stato punto da una vespa proprio sulla lingua. Ormai si stava soffocando dopo aver addentato una succosa fetta d’anguria con all’interno una vespa volata velocemente nella cavità orale per posarsi sul boccone del frutto. Ha sentito il dolore dovuto alla puntura e ha emesso un gemito soffocato.
La moglie e altri amici che si trovavano con lui lo hanno soccorso, ma non capivano cosa fosse accaduto. E hanno dato l’allarme terrorizzati.
Il pensionato di Scorzè, 72 anni, ha rischiato la vita per la sua cardiopatia.
Per fortuna nelle vicinanze c’era Moira, accorsa subito dalla vicina torretta di salvataggio.
«Ho immediatamente capito cosa fosse successo», racconta la 62enne bagnina da 15 anni, istruttrice di nuoto con patente nautica, «Il signore si stava soffocando non certo a causa del boccone di anguria, ma perché qualcosa lo aveva punto. E la sua lingua subito si era gonfiata in conseguenza della puntura. La prima conseguenza è stata lo choc anafilattico in corso che ha complicato le cose su una persona oltretutto cardiopatica. Allora ho guardato in bocca e visto l’insetto. Ho infilato la mano nella bocca e con le dita sono riuscita a prenderla ed estrarla per gettarla via».
«Nel frattempo», ricorda Moira «sono arrivati altri colleghi bagnini con l’ossigeno per aiutarlo a respirare e infine i soccorsi e anche l’elisoccorso. La situazione per fortuna è migliorata, lui è rimasto stazionario e così è stato trasferito all’ospedale di San Donà fortunatamente senza gravi conseguenze». Senza il suo provvidenziale intervento, forse sarebbe finita diversamente.
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