Proposta di Vattani a Quinn «Le mani? A San Servolo»

L’Arsenale o Ca’ Pesaro, il museo di Arte moderna. Due ipotesi allo studio per ospitare le grandi mani di Lorenzo Quinn, sfrattate da Ca’ Sagredo dopo un anno di esposizione. A cui se n’è aggiunta ieri una terza. «L’isola di San Servolo si candida a ospitare Supporti di Lorenzo Quinn» ha detto ieri Umberto Vattani, presidente della Viu, durante l’inaugurazione della scultura di Arnaldo Pomodoro.

Intanto Quinn, in questi giorni a Venezia, ha inviato una lettera al sindaco Luigi Brugnaro. Offre la sua opera alla città di Venezia, sperando che questa possa rimanere in laguna. «Un messaggio importante sulla fragilità di Venezia che ha avuto successo», dice.

Ieri sono cominciate le operazioni preliminari per la rimozione della struttura. Le due Mani bianche pesano due tonnellate e mezza l’una, sono alte nove metri. E sostengono Ca’ Sagredo spuntando dalle acque del Canal Grande.

L’artista romano, figlio del grande Anthony Quinn, attende un «segnale» dalle autorità. La scultura sarà comunque smontata, tagliata a un’altezza di un metro dall’acqua, caricata sulle chiatte e portata a Marghera. Poi in Spagna per il restauro. «Ma a noi piacerebbe che restasse qui», dice Quinn, certo non chiusa dentro un museo». Quinn sta già lavorando a un’altra enorme scultura per la Biennale 2019. E ha donato al Comune un’opera che sarà esposta a Forte Marghera, sempre sul tema ambientale. «Basta giocare con il pianeta».

L’installazione di Quinn è rimasta in Canal Grande per un anno. Nel frattempo, il suo messaggio ha fatto il giro del mondo. «Ringrazio il Comune, la Soprintendenza e tutte le autorità che ci hanno consentito di farlo», dice.

Ieri la lettera. Che potrebbe avere risposta nelle prossime ore. Le «Mani» di Quinn dunque potrebbero anche rimanere in laguna. Il sindaco Brugnaro avrebbe espresso su questo parere favorevole. Si tratta adesso di verificare tecnicamente quale sia la soluzione migliore, anche dal punto di vista dell’impatto. (a.v.)