Profughi a Casa Nicopeja «È solo una proposta»

Don Dino Pistolato: «Abbiamo offerto 25 posti. Per quella struttura già pagato un affitto fino al 2017, ma non può più essere utilizzata per ospitare i disabili»
Di Simone Bianchi

LIDO. Non ci sarà alcuna massiccia affluenza di profughi nella Casa Madonna Nicopeja degli Alberoni. Sulla base di voci circolanti in città il capogruppo della Lista Brugnaro Maurizio Crovato aveva ricordato come «questa maggioranza si sia sempre dichiarata contraria alla creazione di hub o all’apertura di centri di accoglienza con grandi numeri sul nostro territorio comunale». Preoccupazioni manifestate nei giorni scorsi anche da alcuni famigliari degli ospiti della struttura. Ma la Prefettura ieri ha ribadito che non c’è alcuna correlazione tra svuotamento della struttura e profughi. Confermato solo il bando aperto per ospitare in tutta la provincia 1.780 profughi, e che si concluderà a fine mese.

In questo contesto la cooperativa Il Lievito, presieduta da don Dino Pistolato, ha offerto una disponibilità massima di 25 persone, indicando eventualmente l’edificio del Demanio che l’Opera Santa Maria della Carità sta lasciando in queste ore. Don Pistolato tiene però a precisare: «Qui si stanno sovrapponendo in maniera del tutto errata due situazioni ben distinte, ed è bene che la gente lo sappia prima che si creino inutili allarmismi, oltretutto completamente falsi», spiega il presidente della cooperativa. «L’Opera Santa Maria della Carità, che gestirà ancora per poco la Casa Madonna Nicopeja, ha deciso di lasciare l’immobile ancora prima della scorsa estate non potendo far fronte a oltre 1,5 milioni di spese obbligatorie per mantenere a norma la struttura, e poter avere ancora l’accreditamento da parte della Regione per ospitare le comunità psichiatriche e di disabili. Lo spostamento non è scelta di questi giorni, e non è collegabile alla questione del bando, perché comunque gli spazi si dovevano liberare prima di fine dicembre. Capiamo il disagio delle famiglie, ma non sono stati spostati gli ospiti per far arrivare i profughi».

Don Pistolato poi precisa: «L’Opera aveva già pagato l’affitto dello stabile al Demanio fino al 2017, e l’idea di ospitare i profughi, solo 25 e non 400 come erroneamente si dice, è per sfruttare uno spazio già pagato per altri 11 mesi. Abbiamo salvato 45 posti di lavoro e garantito spazi idonei agli ospiti delle comunità. Ma non c’è nessun collegamento tra queste due vicende, il resto sono solo inutili speculazioni».

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