Primo maggio, supermercati aperti a orario ridotto oppure continuato

Tra le catene che hanno deciso di alzare le saracinesche anche Pam  Lidl, Alì e Cadoro. Coop invece lancia l’iniziativa “Chiusi per scelta” 
G. Mo.

la spesa

Primo maggio, saracinesche alzate per varie catene di supermercati. Se i centri commerciali rimarranno chiusi, domani saranno molti i punti vendita di alimentari che terranno aperti. Alcuni con apertura ridotta, altri con orario continuato. Il quadro è a macchia di leopardo in tutta la provincia, con negozi della stessa catena che in alcune località rimarranno aperti e in altre terranno chiuso.

Tra le catene che hanno annunciato delle aperture per il primo maggio, figurano Pam, Alì, Lidl, In’s, Cadoro e Winner, per citarne alcune. Mentre Coop Alleanza 3.0 lancia l’iniziativa “Chiusi per scelta”.

Domani i supermercati e gli ipermercati della più grande cooperativa italiana rimarranno chiusi, come già avevano fatto per la Festa della Liberazione. «Il 25 aprile e il Primo maggio richiamano i valori basilari di libertà, giustizia sociale e democrazia», spiega il presidente di Coop Alleanza 3.0, Mario Cifiello «per noi chiudere in queste giornate rientra nell’ambito di scelte valoriali connaturate all’essere una cooperativa. Inoltre, l’iniziativa “Chiusi per scelta” è un punto di equilibrio tra il diritto dei consumatori a fare la spesa e il diritto al riposo dei lavoratori».

Nonostante la possibilità di tenere aperti, saranno chiusi buona parte dei supermercati all’interno dei grandi centri commerciali. Così domani saranno chiusi il Valecenter e il centro Porte di Mestre. Federazione Italia Moda e Confcommercio, su idea del gruppo giovani imprenditori, lancia invece la campagna per l’apertura il Primo maggio dei negozi di moda, tessile, abbigliamento, calzature, accessori, pelletterie e articoli sportivi, in zona gialla e arancione e fuori dai centri commerciali.

«Un’iniziativa», viene spiegato, «destinata alle attività che vorranno aderire e che richiama il bisogno di lavorare dei negozi di moda, chiusi per decreto anche per 140 giorni in zona rossa, ma anche la voglia di ripartire e riaprire degli imprenditori». —

G. MO.

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