Prima campanella, nel Veneziano mancano 1.500 docenti

VENEZIA. Cambiare tutto per non cambiare niente. Gli annunci succedutisi sull’agenda: due concorsi, straordinario e ordinario, e un boom di immissioni in ruolo per stabilizzare i docenti precari e, finalmente, garantire agli studenti continuità didattica. Eppure i concorsi sono stati entrambi rimandati all’anno prossimo. E, delle 1. 916 assunzioni autorizzate in tutta la provincia di Venezia, solo 496 sono state effettivamente realizzate. Una su quattro.
Cifre che si ripetono anche a livello regionale, dove sono appena 1. 750 i docenti che hanno ottenuto il ruolo, a fronte dei 8. 962 posti a disposizioni. E il rischio evidente: che, al suono della prima campanella, nelle scuole del Veneziano ci saranno 1. 500 le cattedre vacanti, sulle circa 10 mila totali. Eppure le domande ci sarebbero: circa 18 mila, stando alla graduatoria per la provincia di Venezia, pubblicata venerdì. Una situazione grave, che diventa disastrosa nel sostegno, dove appena la metà degli insegnanti possiede il titolo abilitante. Esattamente la stessa cifra dell’anno scorso. Cambiare tutto per non cambiare niente, appunto.
«Il Ministero ha assicurato che il 14 settembre ci sarà una ripartenza regolare. Me lo auguro, ma dubito sarà così. Negli anni scorsi, le scuole non hanno mai riaperto con tutte le cattedre coperte. Quest’anno sarà ancora più difficile», sostiene Giovanni Giordano di Snals Venezia. Già perché quest’anno, in aggiunta all’organico di diritto già conosciuto e all’organico di fatto mediamente necessario, si aggiunge tutta la schiera di docenti in più richiesti dai singoli dirigenti scolastici per rispondere alle eventuali falle organizzative dovute all’emergenza Covid.
La copertura dei posti vacanti, nella scuola, è una corsa a ostacoli, caratterizzata da un grande, enorme paradosso: i posti per i ruoli ci sono, gli insegnanti necessari pure, eppure non sono messi nella condizione di ottenere un contratto a tempo indeterminato. Come già detto, delle 1. 916 disponibilità fornite dal Miur per la provincia di Venezia, solo 496 sono state coperte. Il motivo? In Veneto – e, in generale, nel Nord Italia – le graduatorie sono esaurite. Con i (volontari) trasferimenti interregionali che certo non sono stati aiutati dal vincolo di permanenza quinquennale all’interno della nuova regione. Il passaggio successivo alle nomine in ruolo? La “call veloce”, anch’essa aperta essenzialmente a docenti del Sud Italia (dove le graduatorie sono ancora molto folte).
Conclusasi quest’anno registrando un autentico fiasco, con appena una ventina di richieste inoltrate. Forse risultato anche del timore della recrudescenza dei contagi Covid. I dati ufficiali dovrebbero essere forniti all’inizio della settimana prossima, all’avvio della procedura residuale per l’intercettazione dei supplenti, in arrivo dalle nuove graduatorie provinciali e da quelle istituto. In pratica, l’ultima occasione per gli studenti. Per la provincia di Venezia, si tratta di circa 18 mila richieste di supplenza che dovranno essere esaminate da 23 persone. Facendo un veloce calcolo, 782 domande per ciascun impiegato, 156 al giorno. Per i posti vacanti negli istituti dell’infanzia sono state inviate circa 1. 500 domande, 1. 800 per le primarie e poco meno di 15 mila per le scuole secondarie di primo e secondo grado. —
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