Preoccupato il sindaco Cereser «Ma qui l’imprenditoria è sana»

SAN DONà
«Ci congratuliamo per prima cosa con le forze dell’ordine per la brillante operazione portata a termine, ma certo San Donà non è questa e non si identifica in questo tipo di impresa». Il sindaco Andrea Cereser, è rimasto colpito dall’esito della operazione della guardia di finanza che ha scoperto una frode da 16 milioni di euro iniziata proprio da un’azienda della sua città. «Non conosco questa azienda», commenta, «né questo imprenditore e quello che ho potuto apprendere è stato dal resoconto dei giornali. Ottimo il lavoro degli investigatori ma certo il tessuto imprenditoriale del basso Piave è sano, e non ha nulla a che fare con queste frodi. Direi che questa è un’eccezione».
Eppure i sospetti su tante aziende del territorio ci sono eccome. Se le organizzazioni criminali non sembra abbiano attecchito nel basso Piave, a differenza del litorale come dimostra il caso di Eraclea, è vero che ci sono tanti casi di imprenditori scaltri che sono vissuti nel limbo, avviato business alquanto sospetti. I nomi si sanno e anche le attività. Macchine sportive, yacht, cene nei locali alla moda e qualche vizio costoso sono il sintomo di un male più grave. Anche Confapi, associazione della piccola e media impresa, ha preso le distanze dall’ultimo episodio. «Queste frodi commesse da aziende e cartiere», commenta uno dei referenti Roberto Dal Cin, «sono episodi che censuriamo perché avvelenano l’economia di un territorio e rappresentano una minaccia per i lavoratori che vedono compromessi i loro diritti e contributi. Ma le nostre forze dell’ordine stanno dimostrando che è sempre più difficile fare i furbi e prima o poi le truffe vengono scoperte». —
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