Porto Santa Margherita voglia di lasciare Caorle

Il vicesindaco Comisso replica ai secessionisti: «Non esiste una base giuridica per indire un referendum e non è vero che la località è stata trascurata»  
DE POLO - DINO TOMMASELLA - CAORLE - VICESINDACO COMISSO GIOVANNI
DE POLO - DINO TOMMASELLA - CAORLE - VICESINDACO COMISSO GIOVANNI
CAORLE. La secessione di Porto Santa Margherita da Caorle si gioca sul filo della legge e dei regolamenti regionali. Una cosa è certa: il dado è tratto e se anche non ci sarà un referendum, il Comune di Caorle dovrà tenere conto dei “desiderata” di questa frazione che aspira a divenire località turistica autonoma. Non si teme neppure di perdere il brand di Caorle.


L’avvocato Sara Bortoluzzi parla a nome dei residenti: «C’è entusiasmo e i residenti, se interpellati in un quesito referendario sarebbero d’accordo a staccarsi da Caorle». Il vice sindaco Giovanni Comisso non ha partecipato, ma era il convitato di pietra alla riunione che si è tenuto al centro della frazione in pieno Ferragosto. «Non mi risultano inviti ufficiali se non a parole», ha detto, «ma visto l’atteggiamento di scontro e negativo, ho pensato che sarei stato solo attaccato senza fondati motivi. Porto Santa Margherita non è una frazione, ma una località e un referendum non ha alcuna base giuridica. In quanto alle lamentazioni per i quattro milioni di euro di Imu pagati al Comune il conto è presto fatto: circa la metà vanno allo Stato il quale da qualche anno non solo non trasferisce più risorse ai comuni ma le sottrae in modo massiccio. Con i due milioni che il Comune incassa ci paga circa 170.000 euro di interessi sui mutui accesi per le opere pubbliche realizzate a Porto Santa Margherita negli anni scorsi, circa 90.000 per la manutenzione del verde, 60.000 per l’illuminazione, circa il 7% della spesa per il personale comunale (800/11.800) circa 350.000, manutenzioni, segnaletica per circa 30.000 l’anno. Si consideri che in tutta Porto Santa Margherita non c’è un parcheggio a pagamento e ciò per favorire l’afflusso turistico e le attività commerciali, diversamente dal capoluogo dove in buona parte si pagano. Un semplice calcolo permette di valutare il mancato introito nelle casse comunali per parcheggi gratuiti ad almeno 100.000 euro. Non tralasciamo le varie manifestazioni fatte dalla Amministrazione, il recupero di rifiuti abbandonati, la disinfestazione, la convenzione per il trasporto pubblico, la manutenzione stradale per le quali mediamente ogni anno si spendono altri 100. 000. È già un milione che torna nel territorio senza che questi signori lo sappiano o vogliano accorgersene».


Questa frazione sta scaldando l’estate come da tempo non accadeva sul lato est della costa veneziana. Porto Santa Margherita si è ribellata a Caorle che per anni l’ha trascurata. Alla riunione promossa dall’associazione dei proprietari di appartamenti capeggiata dal presidente Danilo Galante. Non c’erano gli amministratori caorlotti, ma è arrivata una silente delegazione di Torre di Mosto, il Comune che vorrebbe ora lo sbocco al mare e che è stato scelto per la secessione.


Una località famosa per i fasti degli anni ’80 e’ 90, seimila appartamenti, gli yacht, un’artista, Maria Teresa Stanchina che fa spola tra le gallerie di Parigi. Tanti hanno partecipato, lamentando di non voler più essere una “vacca da mungere”, buona solo per l’Imu e senza interventi importanti sui lavori pubblici. Intanto si profila una danno anche per Caorle, vista la svalutazione denunciata degli appartamenti che hanno perso fino al 40 per cento. «Stiamo parlando con la Regione», spiega Galante, «per capire come indire un referendum e chi potrà parteciparvi».


Giovanni Cagnassi


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