Porto Marghera, vince l'immobiliare

Le aree più ricercate sono quelle a destinazione commerciale
Una veduta dall’alto del Sito di interesse nazionale di Porto Marghera
Una veduta dall’alto del Sito di interesse nazionale di Porto Marghera
 Seppure solo il 5% delle aree del sito di interesse nazionale (Sin) di Porto Marghera siano state bonificate, la dinamica delle compravendite di aree è in costante aumento, anche se tre quarti dei contratti stipulati sono di carattere immobiliare e puntano ad una supervalutazione del valore dei suoli. A tirare questa conclusione, dopo una documentata indagine su un campione di quasi duecento contratti di compravendita di immobili e terreni industriali e commercialisti, è lo studio-ricerca «Il mercato immobiliare, le aree di Porto Marghera» finanziato dal Corila e svolto dal Dipartimento universitario di Pianificazione dello Iuav di Venezia - sotto la direzione di Margherita Turvani - con la collaborazione dell'Agenzia del territorio di Venezia e del Dipartimento Progetto della Regione Veneto.  «I principali acquirenti delle aree e dei terreni a Porto Marghera sono prevalentemente soggetti di natura finanziaria e immobiliare, pari a quasi il 70% delle compravendite totali di aree - conclude la ricerca dello Iuav, quasi un centinaio di pagine arricchite da tabelle e dati catastali -, l'investimento realizzato è indirizzato soprattutto ad immobili a destinazione commerciale e quindi più legato a forme di speculazione edilizia e di ricerca di elevata remunerazione di breve periodo degli investimenti realizzati».  La ricerca dello Iuav - unica nel suo genere e utilizzata anche dall'Autorità Portuale di Venezia che ne ha presentato una sintesi al Tavolo regionale per l'area di crisi di Porto Marghera - ha permesso la raccolta delle informazioni di compravendita e dei valori immobiliari di quest'area, nel periodo 1997-2008, su un campione di 187 contratti. Secondo i ricercatori «l'area del Sin di Porto Marghera si è dimostrata relativamente dinamica, soprattutto se confrontata con l'intero capoluogo veneziano, nonostante la pesante contaminazione ambientale». La maggiore vivacità è stata registrata in «aree che dal punto di vista urbanistico sono destinate ad accogliere un mix di attività economiche e produttive, come quelle di via Torino, zona molto prossima al centro di Mestre, e le aree macroagricole, poste a ridosso dell'area industriale di Porto Marghera». Il valore medio stimato dai contratti di compravendita analizzati dalla ricerca è di circa 2,3 milioni di euro (attualizzati al 2008), anche se il maggior numero di compravendite riguarda unità immobiliari di valore inferiore ai 500.000 euro.  Nelle aree della prima zona industriale e di via Torino si registrano i valori medi più elevati (più di 1000 euro/mq), mentre nelle altre aree il valore medio è approssimativamente tra i 250-500 euro/mq. Nel complesso il valore medio unitario dell'intero campione rilevato è di circa 780 euro/mq, molto prossimo ai valori medi di compravendita forniti dalle principali fonti immobiliari (Agenzia del Territorio e Nomisma).  In conclusione della ricerca, la professoressa Turvani e i suoi collaboratori di augurano che «i risultati dello studio inducano i decisori pubblici ad accelerare l'iter amministrativo legato alle operazioni di bonifica ambientale e stimolare così ulteriori investimenti nell'area, a vantaggio di un uso più sostenibile del suolo».  

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