Polizia municipale armata arriva il “sì” dei sindacati

San Donà. La maggioranza è divisa sulla proposta dell’assessore Schibuola Si annuncia un voto contrastato sui soldi stanziati per l’acquisto delle pistole

Vigili armati, arriva anche il sì del sindacato. Il Diccap Sulpm di Renzo Gaetani si schiera a favore della proposta dell'assessore Alberto Schibuola che però potrebbe non avere i voti in fase di approvazione del bilancio. La maggioranza ha già stanziato 33.500 euro per l'acquisto di una trentina di pistole, ma l'esame finale dovrà essere in Consiglio comunale, quando altre questioni molto dibattute rischiano di spaccare la maggioranza.

Sono incerti, i voti della lista Civica per San Donà, e anche quelli di una parte della lista Zaccariotto come nel caso di Beniamino Casonato. L'assessore Oliviero Leo, della civica per San Donà, sostiene che ci debbano essere prima dei turni di notte e che sarebbe meglio concentrarsi sulla proposta dei militari da concordare con il prefetto.

«Dare le armi agli agenti di polizia municipale per contrastare le azioni criminose nel territorio», analizza Gaetani per il Sulpm, »appare impossibile da realizzarsi, visto che finora l’hanno avuta vinta i crociati della smilitarizzazione delle forze di polizia. Contrariamente a ciò, è da anni che il sindacato Sulpm chiede l’armamento delle polizie locali come deterrente contro la criminalità. La stessa cittadinanza chiede tutela, impaurita da tanti fatti di cronaca nera che giornalmente giungono dagli organi d’informazione. Strano che nella fascia costiera le polizie locali siano tutte armate: Jesolo, Eraclea, Caorle, San Michele al Tagliamento, tanto per citarne alcuni, e nel entroterra da Musile, San Donà e via fino a Portogruaro, i vigili svolgano servizio non armato».

Secondo il sindacato esiste un obbligo di dotare di arma i vigili. «Forse i sindaci non sanno che ai sensi dell’articolo 2, della legge 65/86 , Legge-quadro di Ordinamento della polizia municipale», conclude, «sono a capo della polizia municipale, quindi demandati a impartire le direttive funzionali e vigilare sull’espletamento dei servizi mediante provvedimenti previsti dalle leggi e dai regolamenti. Quindi, il Comune è per legge obbligato a far svolgere in armi i servizi esterni di vigilanza, quelli di protezione della casa comunale e dell’armeria, i servizi notturni e di pronto intervento, mentre il Consiglio comunale può prevedere ulteriori servizi da far svolgere in armi e decidere se gli agenti di pubblica sicurezza possono portare l’arma d’ordinanza anche fuori dal servizio».

Giovanni Cagnassi

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