Polizia 4.0 e domotica contro il degrado

Per controllare la movida. Al Lido, ufficio aperto solo di giorno e pattuglie impiegate per il controllo del territorio
Agostini Interpress Venezia, 21.07.2007.- Lido di Venezia, Commissariato Pubblica Sicurezza.-
Agostini Interpress Venezia, 21.07.2007.- Lido di Venezia, Commissariato Pubblica Sicurezza.-



Tocca anche Venezia la riorganizzazione degli uffici di polizia. Se a Mestre la Questura d’accordo con il Comune porta avanti il progetto di unificazione dei commissariati di Mestre e Marghera e dell’ufficio immigrazione in un nuovo polo della Polizia di Stato in via Ulloa, altri due progetti interessano il centro storico.

Li ha annunciati per sommi capi il questore Maurizio Masciopinto audito dalla commissione comunale alla sicurezza. Primo progetto la “remotizzazione” del posto di polizia del Lido di Venezia con la scelta di tenere aperto l’ufficio di giorno e di coinvolgere di sera e notte i dieci agenti nel lavoro di pattugliamento del territorio veneziano. Obiettivo di Masciopinto è quello di aumentare il numero di agenti in strada. Dal suo arrivo in Questura di Venezia, il personale delle Volanti è cresciuto, passando da 120 a 180 uomini. E ora si punta ad un diverso utilizzo anche degli agenti del commissariato del Lido di Venezia. Che non significa chiudere il commissariato, precisa il questore, ma potenziare la presenza della polizia in centro storico.

Altro progetto, solo accennato, è quello invece di un ufficio di polizia 4.0 in centro storico dove si utilizzerà la domotica, con servizi in stile Alexa. Ma «il progetto è in progress e non posso dire di più al momento», ha subito chiarito il questore. La commissione, presieduta da Zingarlini (FdI)ha visto tante domande: anche legate alla gestione degli assembramenti del weekend in centro storico, dove il degrado aumenta con il tasso alcolico dei visitatori. Lo ha ribadito nel suo intervento Marco Gasparinetti (Terra e Acqua) che ha chiesto lumi sulla gestione dei flussi della smart control room, fiore all’occhiello dell’amministrazione Brugnaro, per il controllo di questo fenomeno. «Da una Venezia vetrina rischiamo una Venezia latrina», ha evidenziato Gasparinetti. Ma la risposta del questore ha ribadito che un conto è il lavoro delle forze di polizia mentre la gestione dei flussi è una questione politica che compete quindi al sindaco.

Altra misura largamente usata sono i Daspo urbani. Anche Giovanni Andrea Martini e la capogruppo Pd Monica Sambo hanno segnalato preoccupazioni sul disagio giovanile. Sara Visman ha chiesto attenzione anche per le intemperanze sui barchini che sfrecciano ad alta velocità. Problemi che si ripetono dalla città storica alla terraferma e che vedono la commissione intenzionata a proseguire il confronto con prefetto, Polizia locale e assessore. «I problemi sono simili. Se non viviamo i nostri campi lasciando spazio all’aggregazione dei cittadini anche per un compleanno o una partitella a calcio di bambini non ci sarà mai vera sicurezza», spiega il pd Alberto Fantuzzo mostrando quello che ha trovato domenica nel piazzale della chiesa di Sant’Eufemia: un proiettile, mostrato al questore durante la videoconferenza. «Lo ha trovato a terra un amico dopo la messa», spiega. —

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