Pilota di Musile morto in pista indagato il padre di Dovizioso

L’incidente sulla pista nelle Marche era costato la vita a Raffaele Mazzola  Il 59enne morì schiacciato dalla moto di Antonio, genitore del pilota di MotoGp



Ci sono tre indagati per la morte di Raffaele Mazzola, il 59 enne pilota di motocross di Musile che ha perso la vita lo scorso 25 maggio mentre stava partecipando nelle Marche, sul circuito di Cavallara di Mondavio, alla quarta prova del Campionato italiano over 56.

Sul registro degli indagati, per il reato di omicidio colposo in concorso, sono stati iscritti due giudici di corsa e il pilota Antonio Dovizioso, 65 anni di Rimini, che era in sella alla moto che seguiva la Kawasaki di Mazzola. Antonio Dovizioso è il padre di Andrea, il celebre pilota della MotoGp. Di professione operaio metalmeccanico, il musilense Raffaele Mazzola era un grande appassionato di motocross. Un pilota esperto, con alle spalle quarant’anni di gare. Quel giorno, poco dopo il via, Mazzola aveva perso il controllo della sua Kawasaki nell'affrontare un salto, cadendo in mezzo alla pista e finendo per essere poi travolto da un’altra moto che lo seguiva. Quest’ultima, sempre una Kawasaki, era condotta da Antonio Dovizioso. Per far luce sui fatti la famiglia Mazzola si è rivolta a Studio 3 A e all’avvocato Alberto Berardi, che ha presentato una memoria alla Procura di Pesaro, che indaga sull’incidente. Subito dopo il tragico epilogo della gara, il pubblico ministero Silvia Cecchi ha aperto un fascicolo d’indagine, inizialmente contro ignoti. In seguito, sulla base della visione delle registrazioni della corsa e delle testimonianze acquisite, la Procura ha deciso di iscrivere tre persone sul registro degli indagati per il reato di omicidio colposo in concorso, anche come atto dovuto per consentire loro di nominare eventuali periti di parte.

Si tratta del pilota Antonio Dovizioso e di due giudici di gara, il 38 enne Luigi Diamantini e il 57 enne Daniel Del Vecchio, entrambi di Fano. Il primo ricopriva il ruolo di giudice ufficiale esecutivo (Gue) della gara, il secondo di collaboratore di postazione del Gue. Le indagini si sono concentrate sia sul comportamento tenuto dai piloti che seguivano la moto di Mazzola che sul rispetto delle norme e delle tempistiche di segnalamento con la bandiera gialla dell’infortunio occorso al pilota musilense. In questi giorni sono state depositate le conclusioni della perizia medico legale disposta dalla Procura che, subito dopo l’incidente, aveva fatto eseguire l’autopsia sul corpo di Mazzola, incaricando come proprio consulente il medico legale Manuel Papi.

Dalle conclusioni del medico legale emergerebbe come Mazzola non sia morto per le conseguenze riportate nella caduta dalla sua motocicletta, ma perché schiacciato. «Le lesioni principali responsabili della morte», si legge nella perizia, «si verificavano durante il successivo trauma da schiacciamento», quando la moto sopraggiunta ha sormontato il corpo del povero pilota musilense». —



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