Pilone crollato, spuntano due indagati

Due avvisi di garanzia per il pilone caduto il 25 febbraio sul ponte della Libertà. Si tratta del responsabile della manutenzione di Veneto Strade, indagato fin dal primo giorno in quanto è Veneto Strade che gestisce la Regionale 11 di cui il Ponte della Libertà fa parte, e dell’ex presidente di Pmv che in occasioni diverse ha gestito, mentre c’erano cantieri aperti per tram e pista ciclabile, la segnaletica lungo il ponte e quindi anche quel pilone. Il reato ipotizzato dal pm Raffaele Incardona è di attentato alla sicurezza dei trasporti. Sull’accaduto stanno indagando gli agenti della polizia locale. Già consegnate diverse centinaia di pagine di relazione.
Gli avvisi di garanzia, va ricordato, sono atti dovuti a tutela dell’indagato. E in questo caso indispensabili per poter eseguire la perizia necessaria a stabilire se la caduta del pilone sia riconducibile a una cattiva manutenzione del manufatto che sosteneva pannelli stradali informativi di segnalazione. Senza dimenticare che nella richieste fatte al perito dal pm, ci sarà anche un quesito sulla progettazione e la realizzazione dello stesso pilone. A quel punto il numero di avvisi di garanzia aumenterà. Ed è molto probabile che la lista degli indagati risulti abbastanza lunga, considerati i passaggi di gestione tra Anas, Pmv, Provincia e Veneto Strade. Addirittura due volte tra Veneto Strade e Pmv. Quest’ultima società non esiste più, come del resto la Provincia.
L’ex presidente di Pmv è indagato in quanto sono stati trovati dei documenti che ha firmato nei quali veniva spiegato che la stessa Pmv, prima della “riconsegna” per la gestione del ponte a Veneto Strade, aveva controllato tutta la segnaletica verticale ed era risultato tutto in ordine.
Il pilone caduto era stato realizzato dall’Anas e posizionato sul posto nel 1998. La sua caduta, domenica mattina 25 febbraio, poco prima della curva del Tronchetto, ha provocato l’isolamento di Venezia per otto ore. Il pilone è stato posto sotto sequestro, mentre la Procura ha disposto l’acquisizione di varia documentazione inerente il manufatto. Si tratta di parecchio materiale. In particolare sulla questione dei bulloni: su dodici perni, infatti, due sono risultati mancanti e quattro arrugginiti. Ovvero la metà era fuori uso. Sotto accusa sono finite sia le modalità di installazione del manufatto, sia la manutenzione.
C’è inoltre un’inchiesta bis sul crollo del pilone sul Ponte della Libertà voluta proprio da Veneto Strade che ha nominato una commissione tecnica per fare luce sull’accaduto. Siedono in commissione il direttore generale di Veneto Strade Silvano Vernizzi,, il direttore tecnico della società Giuseppe Franco e il professor Claudio Modena, ordinario di Tecnica delle costruzioni all’Università di Padova.
Già eseguito un primo sopralluogo voluto da Veneto Strade ai tre piloni (su 13) in gestione alla stessa società lungo il Ponte: la commissione ha deciso di intervenire su uno dei manufatti all’imbocco del ponte, che presenta caratteristiche del tutto simili, per vetustà e modalità di ancoraggio a terra, a quelle del pilone caduto. La base del pilone verrà rinforzata con una piastra metallica che sarà fissata con nuovi bulloni. In questo modo verrà garantita la sicurezza del manufatto. Anche perché a vista non è possibile stabilire il grado di conservazione degli ancoraggi.
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