Piazza San Marco invasa da 500 filippini in costume

Un tripudio di colori, suoni, fiori, lustrini e un ricordo per Corazon, la colf filippina uccisa a Roma. È stato uno spettacolo di incantevole bellezza. Oltre cinquecento filippini nel giorno della festa nazionale e religiosa, Flores de Mayo (Fiori di maggio), hanno invaso Piazza San Marco. Ad ammirarli e fotografarli, veneziani e turisti incuriositi. Accolti in Cattedrale dai sacerdoti Dino Pistolato, vicario episcopale, e Giuseppe Camilotto, arciprete della Basilica, hanno intonato un canto, “travolti” dai turisti. Padre Luigi Ramazzotti, redentorista, che li accompagnava si è lamentato: «Avevano detto che preparavano dei posti per noi...». Poi è iniziato il corteo con “regine” e bambini vestiti da angioletti. Sventolavano anche le bandiere, filippina e italiana. Applausi lungo Riva degli Schiavoni, 7 Martiri, via Garibaldi fino alla chiesa di San Pietro di Castello guidata dal padre salesiano Pierpaolo Rossini. Qualche negoziante ha offerto dell’acqua, ben gradita. Gigi Fernandez, filippino, lavora al ristorante Wildner: è corso incontro ai connazionali portando loro caffè.
Punto di riferimento della Comunità, la più numerosa, sono i padri Redentoristi della chiesa della Fava. Le donne lavorano soprattutto nelle case, negli alberghi; sono colf, cameriere. Tessa Cattanco è in città da quattordici anni: «Ho due bambini e un lavoro part-time, faccio pulizie. Non abbiamo nostalgia perché qui abbiamo la famiglia e siamo uniti. In questi giorni abbiamo pregato molto per Corazon, la nostra connazionale uccisa a Roma».
Josun Miranda, 22 anni: «Quando sono arrivata avevo cinque anni. Mi trovo bene e ho tanti amici». Mersi Equino: «Sono qui da quindici anni, ho due bambine. I vestiti di oggi ce li hanno spediti dal nostro Paese». Poi i bambini, tantissimi. Clarens, 8 anni: «Abito al Lido. Frequento la Gozzi, non conosco la lingua filippina e sono pieno di amici». Nicol, 6 anni: »Frequento la Canal e tutti mi vogliono bene».
Poi la messa e la festa fino a sera inoltrata.
Nadia De Lazzari
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