«Piazza San Marco a pagamento e con prenotazione»

VENEZIA. Contingentare l’afflusso turistico a Piazza San Marco - solo su prenotazione e pagamento di un ticket - nei giorni più «caldi» dell’anno, per contribuire così a ridurre anche la pressione dei giornalieri.
È la proposta rilanciata ieri dal dibattito sul turismo in città promosso dall’associazione Venessia.com al Teatro san Gallo e alla quale erano stati invitati anche tutti i candidati-sindaci. Soltanto Jacopo Molina (per il Pd), Davide Scano (Movimento Cinque Stelle) e Mattia Malgara (lista civica di centrodestra) hanno accettato di essere presenti al dibattito, molto affollato e partecipato.
La proposta arriva da Marco Scurati - consulente turistico che l’ha già lanciata in rete da qualche tempo con un certo successo e l’ha presentata ieri in introduzione - ed è stata ora esposta ai candidati, con Molina che si è mostrato subito il più interessato a metterla in pratica, se diventasse sindaco.
Se infatti il numero chiuso a Venezia non è praticabile, oltre che per le ovvie difficoltà, per la libera circolazione dei cittadini prevista dalla normativa internazionale, sarebbe invece possibile attuarlo, in determinate circostanze in Piazza San Marco, considerandola per quello che ormai è: un’area museale e monumentale.
Il blocco scatterebbe in un periodo compreso tra i 60 e i 90 giorni l’anno - quando i “picchi” di presenze sono più sensibili - ed escluderebbe, oltre ovviamente ai residenti, i turisti che già pernottano a Venezia e pagano l’imposta di soggiorno e chi acquista un biglietto d’ingresso ai musei.
Andrebbe invece a colpire soprattutto i turisti giornalieri, con un forte effetto disincentivante, perché se non fosse possibile per loro accedere all’area marciana - sapendolo già in precedenza - verrebbe meno, per buona parte di essi, la spinta a una visita a Venezia. Il tetto di presenze - secondo Scurati - potrebbe essere fissato in 60 mila presenze giornaliere.
L’introito del ticket andrebbe, evidentemente, al Comune e potrebbe rappresentare un’entrata notevole: se fosse di 5 euro, visto che attualmente gli escursionisti sono circa 10 milioni l’anno, sarebbero circa 50 milioni di euro potenziali.
Interessato alla proposta, come detto, Molina, che ha lanciato a sua volta una proposta per limitare la presenza dei negozi di paccottiglie turistiche che spuntano come funghi: invocare la tutela socioeconomica della città prevista dalla Legge Speciale per Venezia per chiuderli, affrontando poi il giudizio del Tar.
Per il candidato del Pd inoltre gli introiti dell’imposta di soggiorno vanno vincolati - come è previsto ma non accade - al miglioramento dei servizi turistici.
Davide Scano, invece, ha qualche perplessità - da chiarire con l’interessato - sulla proposta di Scurati sul numero chiuso nell’area marciana, ma pensa invece a un meccanismo di incentivi sui costi dei biglietti per favorire l’arrivo a Venezia da altre destinazioni (ad esempio Punta Sabbioni) rispetto a quelle canoniche e insiste anche lui sulla necessità di riportare gli introiti dell’imposta di soggiorno alla funzione per la quale è nata la tassa. Mattia Malgara, a questo proposito, propone ad esempio che parte di essi siano riservati al ripristino di una linea Actv dedicata ai veneziani con entrata differenziata rispetto a quella dei turisti.
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