Petardo nei vestiti Le scuse dei ragazzini «Siamo pentiti»

I parchi cittadini sono poco sorvegliati
I parchi cittadini sono poco sorvegliati
 
CAMPALTO.
Si sono detti pentiti e dispiaciuti i due minorenni veneziani che hanno infilato un petardo tra i vestiti di un bambino di diversi anni più giovane, facendolo poi scoppiare e procurandogli delle ustioni di primo e secondo grado. Hanno raccontato di non aver capito che il loro gesto poteva far male. Gli autori della bravata sono stati identificati e segnalati alla Procura dei minori.
 I genitori del piccolo preso di mira sono intenzionati però a non lasciar perdere, vogliono andare fino in fondo, l'amaro in bocca è troppo grande. Oltre ai carabinieri della stazione di Favaro che hanno svolto gli accertamenti e interrogato le parti, si sono rivolti anche ad un avvocato che sta seguendo la vicenda. Ieri il bimbo era ancora sotto choc. Quanto accaduto lo ha segnato, il trauma psicologico subìto si fa ancora sentire, più delle ferite. Di notte si sveglia, ha paura, i genitori lo devono rassicurare, spiegargli che non deve temere.  «Non ho sentore che ci siano problemi di bullismo in quartiere - spiega il vicario foraneo don Massimo Cadamuro - Quanto accaduto è un fatto singolo e circostanziato, un episodio legato ad un ragazzo. Se fosse una tendenza sarei molto più preoccupato. Ritengo che da parte dei genitori sia comunque giusto far capire che ci sono delle regole e dei limiti che non devono essere oltrepassati come in questo caso». La famiglia che si è rivolta alle forze dell'ordine, dunque, ha fatto bene a non lasciare passato inosservato un simile gesto, a pretendere che chi lo ha commesso debba prendersi le proprie responsabilità.  La «bravata» fa ritornare attuale la questione della sicurezza nei parchi del territorio. Fino a qualche anno fa la Municipalità aveva un accordo con l'associazione Rangers d'Italia, le aree verdi dell'ambito municipale. I Rangers giravano e se notavano qualche cosa di strano, fosse una siringa piuttosto che un atto di vandalismo, lo segnalavano. Un paio di anni fa non è stato rinnovato l'accordo con l'Auser Il Gabbiano: i volontari conoscevano le aree verdi, i luoghi dove si ritrova la comunità. «Purtroppo - spiegano all'Auser - la Municipalità non poteva più garantirci un rimborso spese e così quando è scaduta la convenzione abbiamo smesso la guardiania». «Vero - spiega il delegato ai Lavori pubblici Angelo Lerede - non ci sono i Rangers e nemmeno i volontari Auser, ma c'è un dipendente del Servizio gestione e territorio della Municipalità che ha in carico i parchi pubblici, le aree scoperte delle scuole e le aree giochi, garantisce la presenza e ci avverte se ci sono vandalismi, se le panchine hanno bisogno di manutenzione». La vera sorveglianza è quella che attuano le persone, gli stessi abitanti e residenti, cittadini attivi che ci tengono al quartiere e che stanno attenti se vedono qualche cosa di strano, fossero anche dei bimbi che fanno i gradassi spaventando gli altri.

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