Pescatori chioggiotti in udienza privata dal Papa per difficoltà del settore
Tra i temi affrontati con Francesco il 23 novembre ci saranno il mancato ricambio generazionale, la scarsa remunerazione del prodotto e le imbarcazioni vetuste: «Un mestiere in grande crisi»

Ci sarà anche una delegazione di pescatori chioggiotti all'incontro che Papa Francesco terrà in udienza privata, il 23 novembre, con gli operatori del settore ittico italiani.
Un incontro che servirà particolarmente per mettere sul tavolo del Santo Padre i grandi problemi che attanagliano la pesca: dalle imposizioni della comunità europea ad un ricambio generazionale che non c'è, alla sostenibilità sempre molto precaria dell'intero settore.
A tracciare un quadro sul momento attuale della pesca italiana e chioggiotta in particolare, un settore al bivio, il segretario regionale della Uila Pesca, Carlo Muccio.
«La pesca» spiega Muccio aè una delle attività umane più antiche, un lavoro che intreccia tradizione, passione e sacrificio. Oggi, però, il settore si trova di fronte ad una crisi senza precedenti. Per esempio: l'età media dei pescatori italiani è di 55 anni, esattamente come l'età media delle imbarcazioni che solcano i nostri mari. Un dato curioso, un doppio invecchiamento che non rappresenta solo una sfida generazionale, ma anche una minaccia alla sicurezza e alla sostenibilità del settore».
Una flotta vecchia significa anche minore sicurezza. «L'anzianità delle imbarcazioni è un dato preoccupante. Navigare su imbarcazioni vecchie di oltre mezzo secolo comporta rischi sempre maggiori, sia per gli uomini che per l'ambiente, perché le barche vecchie, oltre ad essere meno sicure, consumano di più, aumentando le emissioni di gas serra. E mentre l'Europa incentiva il disarmo dei pescherecci più datati, sono pochi i fondi dedicati al rinnovo della flotta, che potrebbe essere più moderna ed ecologicamente più sostenibile, in un'epoca in cui la lotta al cambiamento climatico è cruciale. Serve, dunque, un impegno deciso da parte dell'Europa per modernizzare i nostri pescherecci, proteggendo così sia chi lavora in mare che il mare stesso».
Un altro dei problemi da affrontare è la questione del ricambio generazionale, il problema della mancanza di giovani pescatori. I nostri giovani oggi vedono il mestiere dl pescatore come un lavoro duro, instabile e poco remunerativo, tutte cose che allontanano le nuove generazioni dal mare.
«Chi è nato sul mare non può sradicare il mare dal suo cuore»: lo ha detto papa Francesco nel suo recente messaggio ai pescatori, ricordando proprio il legame tra chi nasce in posti di mare ed il mare stesso, riconoscendo comunque la passione ed il sacrificio di chi vive di pesca.
«Allo stesso modo il Papa ha esortato le istituzioni a valorizzare questo lavoro, affinché possa essere attrattivo proprio verso le nuove generazioni ed ha lodato l'iniziativa “A pesca di plastica”, un esempio di come i pescatori stessi possano contribuire alla salvaguardia dell’ambiente marino» continua Muccio «Il futuro della pesca non può prescindere dai giovani. Se non si trova il modo di imbarcare i nostri giovani si rischia di perdere non solo una importante risorsa economica, ma anche un patrimonio culturale inestimabile».
Parlare di pesca significa parlare di Europa. «L'Europa ha il dovere di intervenire in modo più incisivo» conclude «Attualmente il Feampa offre finanziamenti per l'efficienza energetica delle barche e per la sicurezza sul lavoro, ma questi fondi non sono sufficienti. Bisogna incentivare l'acquisto di nuove barche per i giovani pescatori, abbattendo i costi e promuovendo tecnologie sostenibili che possano garantire un futuro al settore. La pesca italiana è a un bivio: il rischio di un lento declino o la possibilità di un rilancio in grande stile».
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