«Periodo duro per il Paese Un’iniziativa molto utile»
VENEZIA. La Tunisia ha una storia antica. Nei primi anni del cristianesimo tre papi avevano origini tunisine, San Vittore, Milziade, San Gelasio. L’arcidiocesi di Tunisi, sede della Chiesa cattolica immediatamente soggetta alla Santa Sede, è guidata da monsignor Ilario Antoniazzi originario della diocesi di Vittorio Veneto.
Nato nella frazione di Rai, Comune San Polo di Piave di Treviso, ha studiato nel seminario di Beit–Jala, città della Cisgiordania. È stato ordinato sacerdote a Gerusalemme nel 1972 svolgendo il servizio pastorale in Giordania e in Israele. Monsignor Antoniazzi, attento alle tematiche del dialogo con l’Islam e delle migrazioni, si trova a Tunisi dal febbraio 2013. Vive e lavora instancabilmente nell’Arcivescovado. Il complesso, transennato e sorvegliato, è adiacente alla cattedrale di San Vincenzo de’ Paoli che si trova nell’Avenue Habib Bourguiba a pochi passi dalla Medina. Monsignor Antoniazzi spiega la situazione: «È un momento molto difficile. Ci sono tanti poveri. Li aiutiamo con la Caritas». Poche parole, poi ricorda quelle del Papa: «Non lasciate mai la speranza morire in voi. Qui diciamo sempre che la parola di Dio anche se cade in un terreno arido, come il deserto della Tunisia, non muore mai e porta frutto. Se la parola di Dio nasce nel deserto allora c’è sempre speranza di bene e di un mondo futuro. Tunisi ha bisogno di iniziative come i “Disegni a più mani”. È per questo che collaborare con il mondo cambia molto e fa cambiare anche i bambini. Allora coraggio, non frenate».
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