Perde casa e lavoro Il certificato on-line non arriva in azienda

In alto: Stefano Dei Rossi recentemente operato al cuore
Licenziato per colpa dei certificati on line. Una storia drammatica quella di Stefano Dei Rossi, 54 anni, veneziano di Cannaregio. Colpito da infarto, è stato ricoverato in ospedale e operato d'urgenza. I medici lo hanno salvato con un lungo intervento e cinque by pass. Ma al suo ritorno a casa l'amara sorpresa: la piccola ditta artigiana per cui lavorava, la Cma, lo ha licenziato in tronco.
«Giusta causa», c'è scritto nella lettera. Il motivo: il certificato di malattia, che la legge Brunetta adesso prescrive sia inviato solo per via telematica, non è mai arrivato all'Inps per un guasto al server. Stefano era in ospedale, e nessuno se n'è accorto. Dunque, per l'Ipns e anche per il suo datore di lavoro, Dei Rossi pur essendo in pericolo di vita «non risultava malato». E gli è stato dato il benservito. Il suo medico di base, Carlo Possamai, ha cercato di aiutarlo. «Abbiamo chiesto di recuperare il numero del certificato, ma non è stato possibile», dice, «allora gli ho fatto un certificato cartaceo in cui dichiaravo che il signor Dei Rossi in quei giorni era effettivamente in malattia, lo comprovava anche la carta del ricovero». Ma è stato tutto inutile. Per la burocrazia, Dei Rossi risultava «non in malattia». E il suo datore di lavoro lo ha licenziato. Un caso drammatico, perché l'operaio era reduce da altre vicende difficili, e pochi mesi fa aveva anche dovuto lasciare la sua casa veneziana di campo dei Mori. Adesso, appena dimesso dall'ospedale, è anche senza lavoro. «Mi sono rivolto a un legale», racconta, «e gli ho chiesto di far valere i miei diritti. Non è giusto che una persona colpita da infarto debba perdere il lavoro. Chiedo soltanto di poter lavorare. E che qualcuno mi ascolti. Ma ai sindacati mi hanno risposto che forse non ho possibilità se il ceriticato non è arrivato, all'Inps nessuno mi ascolta. Cosa devo fare?» Una innovazione, quella dei certificati on line, che ha provocato più di qualche problema a qualche mese dalla sua entrata in vigore. La legge del ministro veneziano Renato Brunetta doveva colpire gli assenteisti nel pubblico impiego e velocizzare le procedure. Ma nella prima fase gli inconvenienti non sono mancati. Superlavoro per i medici, che devono sottrarre tempo alle visite per la burocrazia. E spesso i certificati non arrivano. Basta che il numero di codice postale non sia giusto e la segnalazione rimane a metà strada. Nel caso di Dei Rossi, sfrattato dalla sua casa di Venezia, anche questo oltre al guasto del server può essere stata una concausa. Ma perché una volta certicata la malattia dal suo medico di base e dall'ospedale il licenziamento non è rientrato? Come faceva l'operaio a presentarsi al lavoro quando era in pericolo di vita dopo un infarto? «Chiedo soltanto giustizia, e che qualcuno mi aiuti», dice Stefano. E lancia un appello al Comune: «Mi dicano cosa fare, io voglio lavorare. E soprattutto non essere licenziato solo perché ho dovuto essere operato».
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