Per il Consorzio Zorzetto un fatturato da 64 milioni

Le 19 cooperative del network si raccontano coi numeri del conto economico Il 77% degli addetti con contratti stabili. Duecentoquaranta i soggetti svantaggiati



Diciannove cooperative sociali associate, 1.558 occupati tra soci e lavoratori residenti in 38 dei 43 comuni della provincia di Venezia. 653 sono lavoratori impiegati in servizi alla persona e 915 operano in attività che consentono l’impiego di 240 persone svantaggiate. Quando parliamo di persone svantaggiate si parla di una fetta di società che ha bisogno di aiuto: disabili psichici, disabili fisici e sensoriali; soggetti in trattamento psichiatrico; dipendenti dal consumo di sostanze (droga e alcol) ed ex ma anche ex detenuti o detenuti con misure alternative al carcere. Per tutti, il lavoro diventa uno strumento di costruzione, o ricostruzione, di una vita dignitosa.

Dare lavoro a questo mondo produce un fatturato complessivo che vale 62,4 milioni di euro, con oltre 30 milioni di euro per i servizi delle cooperative di tipo B (quelle che operano per il reinserimento di persone svantaggiate in industria, commercio, servizi e agricoltura) e 31,4 milioni generati dalle cooperative di tipo A che si occupano di servizi sociosanitari, formativi ed educativi.

I dati sono nel bilancio sociale aggregato 2018 delle cooperative aderenti al Consorzio Zorzetto di Mestre.

Le cooperative del consorzio gestiscono il patrimonio a verde del Comune di Venezia o di altri comuni del territorio; forniscono il personale che risponde agli sportelli e al Centro unico prenotazioni della Ulss 3 Serenissima; svolgono servizi ambientali e di pulizia per Veritas e altre aziende del territorio. E lo fanno dando lavoro ad un personale che per oltre il 35% è composto da persone che difficilmente troverebbero impiego in altre realtà eche qui possono fare percorsi di inserimento o reinserimento al lavoro. Un bilancio sociale che serve, spiegano dal Consorzio Zorzetto, a dare voce ad una realtà importante della cooperazione in città e provincia.

Il Veneto è una regione ad alta vocazione cooperativa con 819 realtà in crescita rispetto alle 814 del 2014. A Venezia sono attive 57 cooperative di tipo A, 36 di tipo B; 12 miste, 5 consorzi per un totale di 110 realtà della cooperazione. Il consorzio, con 19 soci, si occupa di pulizie in scuole, palestre, centri commerciali e industriali, servizi amministrativi, verde pubblico; manutenzioni edili, tinteggiature e opere di falegnameria ma anche servizi assistenziali e altri interventi come la gestione di mense, servizi cimiteriali, facchinaggio e traslochi, servizi grafici o tipografici. L’andamento economico vede negli ultimi 5 anni un incremento del 11 per cento con un ricavo utile nel 2018 di 12 milioni di euro, dato quasi analogo alla ricchezza prodotta.

Le cooperative associate sono Aladino, Arcobaleno, Aurora, Coges Don Lorenzo Milani, Cssa, IdeaComunica, Il Bozzolo verde, il Germoglio, il Gruppo, Labor, La città del sole, Libertà, L’isola, Mace, Mimosa, Nonsoloverde, Rio Terà dei pensieri (che opera nelle carceri), Primavera e S.Ar.Ha. «Stiamo parlando di imprese che veicolano sul territorio, attraverso investimenti, indotto produttivo e buste paga che sostengono le famiglie del personale impiegato, un fatturato di 62 milioni di euro, dei quali il 20% circa generato attraverso lo strumento consortile. Attività in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile proposti dalle Nazioni Unite attraverso l’Agenda 2030, che sempre più devono guidare l’operato di chi fa impresa», ricorda il direttore del consorzio Alberto Cigana. Nel bilancio sociale, tanti i dati interessanti. I lavoratori stranieri del consorzio sono scesi dal 9,9 per cento rispetto al 12,7 % del 2017. Più di un terzo del personale ha una età compresa tra i 46 e i 55 anni. Tra le cooperative del consorzio due applicano il contratto agricolo/florovivaista; una il contratto del pulimento e multiservizi mentre le altre applicano il contratto delle cooperative del settore socio sanitario. I dipendenti soci sono il 58%. E il 77% del personale ha un contratto a tempo indeterminato. Tra le sfide c’è quella di fare propri i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite con nuovi progetti contro le povertà, la prosecuzione dell’assistenza sanitaria integrativa ai soci con la Mutua Cesare Pozzo; nuovi corsi di aggiornamento e formazione con l’accreditamento in Regione. —



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