Pegolotte, secondo assalto alla Carive

Danni ingenti, ma niente bottino perché è saltata solo la bussola
I segni della bomba sulla porta della Carive
I segni della bomba sulla porta della Carive
 CONA.
Volevano scassinare il bancomat della Cassa di risparmio di Venezia, in piazza a Pegolotte, ma qualcosa non ha funzionato e se ne sono dovuti andare, senza soldi, ma lasciandosi dietro una quantità di macerie dovute all'esplosivo usato per aprire la bussola di accesso ai locali della banca. Verso le quattro della notte tra venerdì e sabato un boato ha svegliato le famiglie che abitano intorno alla piazza.  Ma, a causa del buio e della nebbia, frequente in questa stagione, nessuno sembra aver visto alcunché. Che fosse un colpo alla banca, però, l'hanno pensato quasi tutti, dato che solo sei mesi fa, l'11 aprile, ignoti banditi avevano sventrato con l'esplosivo lo sportello automatico, portandosi via 30mila euro in contanti. Allora i malviventi avevano fatto scoppiare quasi contemporaneamente due cariche: una per il bancomat e una per la porta, in modo da poter entrare in banca e prelevare i soldi dalla parte posteriore dell'apparecchio, che è sempre quella che si «apre». Anche stavolta si erano organizzati nello stesso modo. Come sei mesi fa avevano oscurato le telecamere con vernice e avevano piazzato l'esplosivo nella bussola. Poi, forse a causa di qualche errore di manovra, la carica è esplosa, probabilmente prima che fosse pronta la sua «gemella» sul bancomat, dato che su di esso non si vedono segni particolari.  L'esplosione prematura ha lasciato intatto lo sportello automatico ma ha devastato l'interno della banca, distruggendo mobili e suppellettili. Il rumore, però, ha costretto i rapinatori a scappare. Se avessero cercato di forzare anche il bancomat, con una seconda carica, infatti, sarebbe passato troppo tempo e avrebbero potuto essere sorpresi sul posto dai carabinieri in servizio di pattuglia. I malintenzionati sarebbero stati anche fortunati, a quanto pare. L'esplosione improvvisa, infatti, avrebbe potuto, forse, ferire qualcuno di loro, ma non sono state trovate tracce di sangue sul luogo. A questo punto i carabinieri stanno raccogliendo tutti gli indizi possibili per cercare di individuare i responsabili. Qualche indicazione potrebbe venire anche dal confronto dei dati odierni con le risultanze emerse dalla «spaccata» di sei mesi fa, dato che, in base alle somiglianze tra i due episodi, è possibile che gli autori siano i medesimi.

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