Passerella sul Piavon e sottovia Progetto di ciclovia bocciato

I rilievi critici di Legambiente «Costo lievitato da 300 mila a 500 mila euro: eccessivo» Proposta un’alternativa che gli enti valuteranno
Giovanni Monforte

CEGGIA

Ciclovia nazionale Trilive, Legambiente boccia il tracciato previsto nel territorio di Ceggia e lancia una proposta di percorso alternativo. Gli ambientalisti hanno inviato una lettera alla Regione, al Comune e a Fiab Veneto (Federazione italiana amici della bicicletta), per evidenziare alcune criticità riguardo al tracciato ipotizzato della ciclabile Trieste – Lignano – Venezia.

La Trilive è una delle dieci ciclovie turistiche nazionali individuate dal ministero delle Infrastrutture, che sta vagliando il progetto di fattibilità redatto dalla Regione. Il percorso è in fase di stesura da parte di tecnici incaricati da Veneto Strade.

Per Legambiente i due elementi di forte criticità riguardano la prevista nuova passerella sul Piavon e il sottovia di via Vittoria. «Riguardo al ponte sul Piavon», scrive Maurizio Billotto di Legambiente, «il costo previsto inizialmente di 300 mila euro è balzato a 500 mila e non siamo al progetto definitivo. Riteniamo immotivata la spesa considerato che, proseguendo sulla ciclabile esistente, c’è già un attraversamento che garantisce il proseguo naturale dell’itinerario». I maggiori costi sembra siano dovuti a modifiche progettuali richieste dal consorzio di bonifica.

«Il sottovia di via Vittoria», prosegue Billotto, «va a inserirsi nel costruendo sottopasso ferroviario. Costruire una ciclabile di 3,50 metri porterà ad allargare, ulteriormente, la già impattante opera e aumentarne i costi. Riteniamo che realizzare una ciclabile, a uso locale, con gli standard dei 2,50 metri comporterebbe un importante risparmio garantendo il collegamento locale, contenendo l’impatto dell’opera». Legambiente ha individuato anche delle criticità legate alle interferenze che il tracciato incontra tra passerella e sottovia, senza contare che alcuni luoghi di interesse del paese (dall’oratorio Bragadin alla chiesa di San Vitale fino all’ex zuccherificio) rimarrebbero marginali al percorso. Da qui la proposta di itinerario alternativo che gli ambientalisti hanno formulato agli enti per vagliarla. —

GIOVANNI MONFORTE

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