Passaggio all’Asl 10 prevalgono i dubbi
CAVALLINO TREPORTI. Ingresso nell’Asl 10, Cavallino Treporti attende la conferma di un evento storico per la sanità e i servizi. Ma sul litorale c’è ancora molta sfiducia nell’operazione. Franco Bastianello, delegato locale Uildm, è tra i perplessi: «Avevo sperato fino all’ultimo, invece sembra che ci siamo. Sembra cosa fatta il passaggio a San Donà, nella nuova Asl, di fatto staccandoci dall’Asl Veneziana. Anni di battaglie, molte conquiste, qualche sconfitta, ma soprattutto tanto dialogo e collaborazione. Non entro nel merito delle emergenze, degli ospedali, della professionalità di medici e infermieri. C'è tutta un’altra visione della gestione del sociale nell’attuale Asl 10, molto diversa da quella a cui siamo abituati. E ottenere ciò che finora davamo quasi per scontato sarà molto più difficile. Speriamo di non dover riprendere le lotte che speravo di non dover più fare».
Angelo Zanella, capogruppo in consiglio di “Civica”: «Dispiace constatare che tra la posizione di Zaia e quella di Forcolin abbia prevalso quest’ultima. Noi della Civica continuiamo a credere che il governatore avesse ragione quando sosteneva l’opportunità di istituire un’Asl per ognuna delle sette province venete: l’intera regione e in particolare Cavallino-Treporti ne avrebbero tratto un notevole vantaggio sul piano organizzativo e della razionalizzazione dei servizi. Da segnalare, poi, l’arroganza e la mancanza di rispetto di chi in Regione, fregandosene della volontà sempre espressa dal Comune, ha trattato Cavallino-Treporti come se stesse giocando a Risiko».
Renato Battagliarin, segretario locale del Pd, ritiene invece che una decisione così importante spetti ai cittadini di Cavallino Treporti, pur con le garanzie di un ottimo mantenimento dei servizi sul territorio gestiti dal distretto sanitario. E mentre Giorgio Ballarin ricorda le raccolte di firme per il passaggio, 6 mila a Cavallino e 7 mila a Jesolo, Daniele Bison auspica che questa sia l’occasione per migliorare anche i servizi: «È impensabile che un’area con quasi sei milioni di presenze turistiche oltre ai numerosi residenti non abbia la dignità di avere un punto di primo intervento almeno come quello di Caorle. Rimane il rammarico di non aver visto questa unificazione qualche anno fa, probabilmente all’ospedale di Jesolo non sarebbe stata tolta l’area chirurgica». (g.ca.)
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