«Partiamo subito con la talassoterapia»

Il presidente del comitato per le terme a Jesolo vuole sfruttare l’area della Croce Rossa in via Levantina
Di Giovanni Cagnassi

JESOLO. «Partiamo subito con un progetto di talassoterapia che sfrutti le cure dell’acqua di mare nell’area oggi della Croce Rossa in via Levantina». Claudio Ferro è il presidente del comitato per le terme a Jesolo e sposta l’attenzione dalla ricerca di una fonte termale, a quello che già esiste: tanta acqua di mare terapica. Alle terme ci ha pensato Bibione 20 anni fa, adesso si aggiungono anche Jesolo e Caorle che potrebbero consolidare un interessante “polo termale della costa veneziana”. Caorle in particolare ha pensato alla zona di Falconera dove sarebbe stata individuata una fonte termale. Una nuova proposta di turismo tutto l’anno, legata al wellness e quindi saune, bagni turchi e acqua calda, o comunque riscaldata. Ci credono il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, poi quello di Caorle, Luciano Striuli. Non è interessata il sindaco di Cavallino Treporti, Roberta Nesto, che non ritiene l’acqua termale raggiungibile sul suo litorale, neppure a grandi profondità, e comunque guarda con favore ai progetti degli altri comuni nell’ottica di una proposta diversificata.

Jesolo in questo momento fa da apripista con un rilancio inatteso del turismo invernale come nuova fonte di economia da esplorare. Claudio Ferro, presidente del comitato che vuole le terme a Jesolo, ha già un progetto, redatto dal figlio Stefano, ingegnere, con il professor Malacarne dell’Università di Bologna. «Le nostre simulazioni», spiega Ferro, «hanno permesso di capire come potrebbe essere realizzato un vero centro talassoterapico collegato con l’ospedale che diventerebbe così un vero polo riabilitativo. Un centro che non sarebbe certo una clinica, ma un’area per il benessere con la possibilità di cure importanti legate al sole, al mare, quindi la talassoterapia. L’acqua termale non è il fulcro del ragionamento e neppure un problema. Noi abbiamo l’acqua salata che se opportunamente riscaldata potrebbe avere effetti sorprendenti sulla salute del corpo e dello spirito».

Qualcosa di molto simile ha fatto la città di Portorose in Slovenia, dove insistono hotel e centri specializzati per le cure talassoterapiche corredate poi dal wellness, con saune, bagni turchi che sprigionano vapori e acqua salata, e ancora sale delle saline di Sicciole per scrub e cure della pelle. Certo è che una proposta di turismo invernale e di bassa stagione, senza sole e mare dunque, non può prescindere da un’offerta che sia legata al benessere, quindi al wellness, e possibilmente anche alle terme. Gli hotel della costa veneziana sono solo in minima parte dotati di centri benessere e quindi il polo termale sarebbe un riferimento importante e una spinta verso nuovi investimenti.

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