Parroco ricattato il ragazzo non parla la madre lo difende

Il figlio le ha confidato di avere una relazione a pagamento con il sacerdote. Don Luca: «Costretto a dare soldi e oro»
Marghera (VE):.Chiesa Ges lavoratore..21/10/00 (c) Light Image Studio..Ferraro.
Marghera (VE):.Chiesa Ges lavoratore..21/10/00 (c) Light Image Studio..Ferraro.

Nelle prossime ore la giudice per le udienze preliminari Barbara Lancieri scioglierà la sua riserva, per decidere se convalidare l’arresto e il carcere per Francesco Celeste Marigliano, il ventenne finito a Santa Maria Maggiore giovedì con l’accusa di estorsione ai danni di don Luca Biancafior, parroco del Gesù Lavoratore di Marghera, prete da sempre in prima linea sul fronte della lotta allo spaccio e dell’assistenza ai più bisognosi, sempre più numerosi. Secondo l’accusa - mossa dalla pubblico ministero Lucia D’Alessandro - il giovane aveva preteso dal parroco 3 mila euro, minacciandolo in caso contrario di raccontare in giro di avere avuto rapporti sessuali a pagamento con lui. Qualche giorno fa, don Luca si era così rivolto alla Polizia, facendo partire le indagini: giovedì, alla consegna dei soldi, erano scattate le manette.

Ieri, davanti alla giudice, il ragazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere: i suoi legali - gli avvocati Pauro e Mognato - lo incontrano oggi in carcere. Hanno invece parlato la madre Rosi Marigliano e il compagno Antonio Firla, agli arresti domiciliari: sono loro ad aver accompagnato ed atteso in auto Francesco alla chiesa di don Luca, dopo l’incontro di giovedì per il passaggio del denaro. E alla giudice hanno raccontato la loro versione. «Hanno smentito entrambi di aver saputo alcunché di soldi», spiega l’avvocato Doroni, che li rappresenta, «raccontando di aver più volte accompagnato il ragazzo dal parroco, che lo seguiva da tempo e gli aveva anche regalato vestiti, scarpe, medicine, cellulari. Risulta anche un gioiello che poi il ragazzo ha rivenduto in un Cambioro ed è stato recuperato tempo fa dalla Polizia. Della busta con i soldi non sapevano nulla: se ne sono accorti solo quando il figlio, tornato in auto, l’ha gettata dal finestrino all’arrivo della polizia». La madre Rosi Marigliano ha poi detto al giudice che il giorno dell’arresto - in Questura - il figlio le ha raccontato di avere da tempo una relazione a pagamento con il parroco. Un fatto che non è in alcun modo oggetto di indagine. La giudice Lancieri, intanto, si è riservata di decidere sulle misure cautelari nei confronti della famiglia.

E don Luca? Agli amici ha detto di affidarsi a Dio. Attraverso il Patriarcato ha diffuso una nota per «ribadire integralmente quanto esposto alla polizia in sede di denuncia del 4 novembre: come già dichiarato, vi sono state in altre occasioni delle dazioni di denaro e oro, comunque mai volontarie e occasionate dallo stesso ricatto». Che - spiega l’avvocato Piero Coluccio, che rappresenta don Luca - durava da qualche settimana: «Una cosa prima tollerata perché gli importi erano ridotti: don Luca voleva salvaguardare il ragazzo, nell'ottica di un suo recupero».

Roberta De Rossi

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