Park selvaggio, disabile non entra in clinica

Caorle. La denuncia di una mamma che ha accompagnato la figlia: «Area privata, nessuno interviene»

CAORLE. Si reca al centro medico con la figlia disabile in carrozzina per farle eseguire delle radiografie, ma l’accesso è ostruito da ogni punto e nessuno può intervenire per aiutarla. Una segnalazione che coinvolge il Poliambulatorio Caorlese, centro di medicina privato che però può vantare l’accreditamento con l’Unità socio sanitaria nazionale, un servizio prezioso nella località che da anni offre servizi di prim’ordine, consentendo alla comunità di poter contare su un centro di radiologia, diagnostica e laboratorio analisi cliniche d’eccellenza e molto efficiente.

Il problema, però, riguarda l’ubicazione della struttura che si trova al pianterreno di un condominio in via Strada Nuova, proprio di fronte al porto peschereccio di Caorle, in una zona molto trafficata dove i parcheggi scarseggiano. Proprio per questo motivo, molto spesso, gli utenti sono costretti alla una sosta selvaggia a ridosso dell’edificio che ostruisce il passaggio, soprattutto ai disabili. Come in questo particolare caso, in cui la mamma coinvolta, dopo aver tentato ogni tipo di segnalazione per far entrare la figlia disabile nel centro medico, ha deciso di denunciare pubblicamente l’annoso e gravoso problema. Il tutto dopo aver disdetto l’appuntamento, dovendolo prenotare in un’altra struttura lontane da casa.

Il centro, infatti, essendo parte di un condominio privato, dispone di alcuni posti auto i quali però sono situati proprio davanti all’entrata dell’edificio. Per arrivare all’ingresso c’è prima una breve rampa abbastanza ripida, soprattutto per chi la deve affrontare con una carrozzina, e successivamente una serie di decorazioni floreali che, per chi non è in grado di accedere dalla via principale ma deve fare degli slalom tra le auto parcheggiate, impedisce ancora di più il passaggio. «Il problema che voglio denunciare non è quello del parcheggio», spiega la donna residente a Caorle, «Ma il fatto che la clinica si trovi in un edificio privato senza un accesso adeguato per i disabili e soprattutto che proprio per questo motivo né i responsabili del centro e tanto meno la polizia municipale possano intervenire per far spostare le auto qualora queste ostruiscano completamente il passaggio. Mi chiedo come l’Asl, a cui la clinica seppur privata è accreditata, possa accettare che la struttura non abbia il potere di far rimuovere le auto o agevolare l’entrata di fronte a queste situazioni».

Gemma Canzoneri

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