Park scambiatori per auto “fantasma”

Dopo il caso di Trivignano: da Favaro a Mestre sono molti i parcheggi costruiti, spendendo milioni, e rimasti vuoti
Di Mitia Chiarin
Parcheggi scambiatori a Mestre - nella foto via Buozzi incrocio via San Donà
Parcheggi scambiatori a Mestre - nella foto via Buozzi incrocio via San Donà

Parcheggi scambiatori, una selva di posti auto che non sempre si è rivelata utile a gestire il traffico nella terraferma mestrina, dove, al mattino, si contano almeno 15 mila auto l’ora in ingresso in città. Il caso di Trivignago e via Castellana con quattro parcheggi costruiti nel giro di un chilometro e mezzo, costati 5 anni di lavoro e un milione e mezzo di euro, e oggi scarsamente usati, è un esempio lampante di previsioni che si sono rivelate errate. E non sono casi isolati.

Parcheggi vuoti. Basta fare un giro in auto attorno a Mestre per notare altri parcheggi scambiatori, ampi e aperti al pubblico, da anni inutilizzati. Qualche esempio? Il parcheggio realizzato a fianco del deposito del tram di Favaro su via Triestina, è una landa desolata dove al massimo si possono vedere una o due auto parcheggiate al giorno. Va peggio in via Buozzi, parcheggio della prima fase del piano comunale, che si affaccia su via Martiri della Libertà a Favaro e che da quando è nato non è mai stato un solo giorno pieno di auto. E poi ci sono parcheggi che esistono sulla carta e da tempo chiusi, come il parcheggio di via della Montagnola che si affaccia su via Miranese prima della rotatoria della Giustizia. Un’area oggi chiusa e che in passato aveva avuto problemi sia di costosi espropri , sia di utilizzo perché mancava nei dintorni una fermata del bus per rendere attrattivo parcheggiare qui.

Quelli che funzionano. Ai parcheggi scambiatori, il Comune di Venezia lavora da quattordici anni. I primi fondi della legge Tognoli arrivarono nel 2001 per realizzare Santa Maria dei Battuti e via Trieste. Sono stati i primi e anche oggi sono sempre pieni di auto. Molto usati sono anche quelli di via Altinia a Favaro, di Catene, di via Miranese sotto la tangenziale e della Cipressina. Scelte azzeccate, certo, ma non sempre. Dopo 14 anni, i park scambiatori di Mestre sono diventati sedici.

Quasi 3.500 posti. Gli ultimi arrivati sono i 255 posti (sempre vuoti) di Trivignano e i 249 posti del capolinea del tram al Panorama. Tutti assieme mettono a disposizione attorno al centro di Mestre qualcosa come 3.485 posti per le auto, cioè poco più della metà dei 6.500 (di cui 400 a Marghera) stalli della sosta a pagamento con strisce blu a Mestre. E mentre si attende di portare a compimento il piano da altri mille nuovi posti in centro (già attivati i 280 posti dell’ex Umberto I e i 297 di piazzale Da Vinci; si attendono i 360 del park interrato di Avm in via Costa, in costruzione) il Comune ha studiato un altro piano da 9 scambiatori.

Piano del traffico. Saranno confermati o la difficile situazione del bilancio comunale imporrà alla futura giunta comunale un ripensamento, per ridurre le spese ed evitare altri errori di strategia nella gestione della mobilità? È il piano del traffico 2014 a svelare l’eredità: un altro parcheggio previsto è il Terraglio B (154 posti) a cui si aggiungeranno quasi mille altri posti auto del nuovo piano del traffico. Parcheggi previsti sulla Castellana, in via Altinia a Favaro, in via delle Robinie a Marghera, in via Asseggiano, al distretto di Favaro sulla Triestina. Il maggior numero di posti, 309, in via Bottenigo alle Vaschette. Un piano che vale oltre 4 milioni e mezzo di euro. Ma questi parcheggi servono davvero? O molti rimarranno strisce di cemento inutilizzate?

Perché non funzionano. Il problema dei parcheggi inutilizzati, è spesso la collocazione lontano da fermate del bus. E l’assenza di pannelli luminosi che li segnalino a chi arriva da fuori. Questo scoraggia l’uso. Da tempo Comune, Actv e Avm hanno smesso di investire nei bus navetta. Funzionano, invece, quei park dove Avm ha attuato la tariffa di un euro al giorno prevedendo all’interno servizi come colonnine per le auto elettriche, bici del bike sharing (se si trovano, visti i frequenti furti), macchinette che rilasciano i ticket dei bus Actv. Il parcheggio del deposito Actv di Favaro era nato per intercettare il traffico da Quarto d’Altino e Jesolo diretto a Venezia, e si spera, si riempirà di auto dalla prossima primavera quando il tram da Favaro arriverà fino a Venezia, senza costringere i passeggeri a cambiare mezzo, come avviene oggi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia