Palazzo Giovannelli diventa un hotel di lusso

L’edificio gotico, ex sede della Casa d’Aste Semenzato, venduto per 12 milioni Nel giardino è ancora aperta l’attività di «tagliapiera» e produzione di marmi
Di Alberto Vitucci
Francica Venezia 27.02.2012.- Palazzo Giovanelli Cannaregio 2292, Rio di Noale.- Interpress
Francica Venezia 27.02.2012.- Palazzo Giovanelli Cannaregio 2292, Rio di Noale.- Interpress

Avanti con i grand hotel. Dopo anni di stallo e di cause, lo storico palazzo Giovannelli, edificio gotico che affaccia sul Rio di Noale a Cannaregio, è stato acquistato per dodici milioni di euro da una società immobiliare lombarda con sede a Cantù e sta per diventare albergo. La «Nuova Giovannelli srl», amministratore unico Laura Dionisio, sede presso un agente immobiliare (studio Proserpio, via Francesco Cimarosa 8) ha un capitale sociale di soli 20 mila euro. Nello statuto si parla di attività di ristrutturazione di immobili. Che quindi, come successo in altri casi recenti (San Clemente, Molino Stucky e altri) sarà ceduta a società alberghiere una volta ultimati i restauri. Un altro palazzo storico che sta per diventare albergo. La richiesta del cambio d’uso non è ancora stata depositata in Comune, ma dovrebbe essere questione di giorni. Per ottenere le autorizzazioni necessarie ai restauri e a eventuali frazionamenti dei piani nobili con la costruzione di servizi igienici in numero sufficiente a rispondere alla domanda alberghiera.

Si conclude così la fase di abbandono del palazzo, fino ai primi anni Duemila sede della Casa d’Aste Semenzato. Edificio gotico dal famoso portale che affaccia sul rio di Noale, con una parte aggiunta nell’Ottocento verso la Strada Nuova. Qui gli inquilini residenti erano stati sfrattati dopo l’acquisto da parte dei nuovi acquirenti (la Cirio allora presieduta dal presidente della Lazio Cragnotti). Ma il fallimento della società aveva bloccato tutto. Degrado e abbandono, tanto che per rimettere in sesto il palazzo Giovanelli si stima si dovranno spendere almeno 25-30 milioni di euro.

Nel giardino del palazzo è ancora aperta l’attività di tagiapiera e produzione di marmi artistici dei fratelli Gomelato. Attività a rischio fratto perché i commissari straordinari a cui era stata affidata la gestione del palazzo avevano inviato due anni fa l’avviso di sloggio. Alzata di scudi dal Comune, dagli artigiani e dal mondo della cultura locale. Tanto che gli artisti, adesso che la proprietà è cambiata, dovrebbero poter restare al loro posto.

Resta il problema di un palazzo svuotato dai suoi abitanti, destinato a diventare l’ennesimo hotel. Un cambio d’uso che il Comune concede senza troppi problemi, anche perchè la nuova normativa è molto più elastica. Fatto sta che negli ultimi 5-6 anni sono quasi un centinaio i palazzi e gli edifici minori trasformati in albergo. In poche centinaia di metri da Rialto a Santa Fosca sono diventati alberghi palazzo Sagredo e palazzo Pesaro a Santa Sofia, palazzo Costa (ex sede di Urbanistica) e poi edifici storici a San Marcuola, in Ruga Do Pozzi. Nelle intenzioni dei proprietari c’è anche la trasformazione in hotel di Ca’ Da Mosto, il più antico edificio gotico sul Canal Grande. I restauri però sono ancora fermi.

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