Otorino, reparto trasferito e mai più tornato a Dolo

di Giacomo Piran
DOLO
«Da oltre un anno l'ambulatorio del piede diabetico di Dolo è chiuso nonostante ci sia la disponibilità a farlo del medico e dell’infermiere specializzato, sia stata trovata la sede in Villa Massari e siano presenti tutte le autorizzazioni. Non capiamo poi perché lo stesso ambulatorio a Mirano sia stato aperto in pochi giorni mentre a Dolo sia fermo al palo». A segnalare il disagio e a chiedere spiegazioni all’Asl 13 sono Antonino Carbone, Francesco Sacco, Gino Bedin e Giovanni Urso del comitato “Bruno Marcato, per la salvaguardia dell'ospedale di Dolo”. «La riapertura di questo servizio – proseguono - agevolerebbe i pazienti della Riviera che non sarebbero costretti a recarsi in altri ospedali limitrofi o addirittura ad Abano». Ma perché un ritardo che dura un anno? Abbiamo girato la risposta all’Asl 13. «A Dolo – fa sapere la direzione dell’azienda sanitaria – si sta lavorando per riorganizzare completamente il servizio e per creare un unico progetto per la cura dei pazienti che soffrono di diabete. In questo servizio sarà compreso anche l'ambulatorio del piede diabetico. Possiamo rassicurare tutti che il servizio riaprirà». Ma quando? Ancora non si sa. Aldilà del caso specifico dell’ambulatorio, i membri del comitato “Bruno Marcato” chiedono un intervento dei sindaci della Riviera del Brenta per salvaguardare l’ospedale di Dolo e il suo equilibrio con Mirano. «Nei programmi della Regione – spiegano – l’ospedale di Dolo doveva diventare un polo chirurgico mentre Mirano un centro medico. Ad oggi invece non si sa nulla del progetto di sistemazione del pronto soccorso e delle nuove piastre operatorie di Dolo mentre per esempio un reparto come Otorino che era stato trasferito temporaneamente a Mirano non è ancora stati ripristinato. I sindaci, che sono l’autorità sanitaria locale, dovrebbero intervenire in maniera decisa chiedendo alla Regione finanziamenti per salvare questo ospedale che è fondamentale per il territorio». Otorino era stato trasferito - e si era detto temporaneamente - a Mirano nel novembre del 2010, ma da allora non è più tornato a Dolo. «La Conferenza dei sindaci in ambito sanitario – aggiungono – dovrebbe sollecitare lo sblocco di quei 20 milioni di euro già previsti per il miglioramento delle strutture di Dolo e Mirano».
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